Papà abusava delle figlie,
condannato a 8 anni e mezzo

Le violenze emerse grazie alla denuncia di una suora

Como

Fu una suora, che seguiva per motivi educativi le due ragazzine - all’epoca dei fatti minorenni - a lanciare per prima l’allarme: in quella casa (segnalò ai servizi sociali) ci sono episodi di maltrattamenti su due ragazze disabili. Quando il giudice delle indagini preliminari convocò, per un’audizione protetta, le due giovani in Tribunale per comprendere meglio la situazione in famiglia, emerse una storia anche peggiore: vere e proprie violenze sessuali, compiute dal padre ai danni delle figlie.

Ieri, quattro anni dopo la prima denuncia, il Tribunale di Como ha emesso la sua sentenza e condannato quel padre a una pena di otto anni e mezzo di carcere. E nonostante tutto la questione, approdata in un’aula di giustizia, è di quelle che farà discutere anche in appello, dove l’avvocato difensore del padre - un uomo di 55 anni, di cui chiaramente non è possibile pubblicare l’identità a tutela delle figlie, quasi sicuramente proporrà ricorso.

Perché l’intera vicenda , sfociata ieri nella condanna, si inserisce in un contesta familiare particolarmente disagiato. Sul quale la Procura di Como ha acceso i riflettori, ma con le dovute cautele visto che le vittime - presunte, fino a sentenza definitiva - di questa storia erano non soltanto minorenni all’epoca dei fatti, ma entrambe hanno delle disabilità cognitive.

Bisogna risalire all’autunno di quattro anni fa per intercettare le origini dell’inchiesta. E precisamente quando ai carabinieri di Albate arriva la segnalazione, proveniente dall’équipe psicologica di un centro di cura lariano. Sarebbe stata una suora, che seguiva le ragazzine, a raccogliere lo sfogo di una delle sorelline riguardo a presunti maltrattamenti avvenuti all’interno dell’abitazione ai danni suoi e dell’altra figlia dell’uomo condannato ieri. A processo, con l’accusa di maltrattamenti, è finita anche la convivente del papà giudicato colpevole di violenza sessuale: la donna è stata però assolta, ieri, dai giudici del Tribunale.

Diverso, come detto, il discorso relativo agli abusi compiuti dall’uomo. Perché la prima comunicazione di notizia di reato da parte dei carabinieri di Albate, ha convinto il pubblico ministero Giuseppe Rose (che ieri ha chiesto una condanna a 9 anni per l’imputato) a sollecitare un incidente probatorio, ovvero la convocazione delle due ragazzine in Tribunale per raccogliere la loro testimonianza alla presenza dell’avvocato del papà e della convivente e del giudice.

Le prime rivelazioni

In quell’occasione una delle figlie ha parlato espressamente di veri e propri rapporti sessuali avuti con il padre. Da qui la necessità di procedere ad altre audizioni, consulenze psicologiche, perizie. Fino al processo.

Ieri la sentenza. Nonostante la difesa abbia cercato di dimostrare come non vi fossero prove concordanti a carico dell’uomo, il Tribunale ha ritenuto assolutamente credibile la ricostruzione della Procura e condannato il padre a otto anni e mezzo di carcere.n 

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