Paratie, gara da rifare. Il governo: «Bastano 6 mesi»

Intanto di nuovo la Finanza a palazzo alla ricerca dei riscontri sulle intercettazioni.

Una gara da rifare e sei mesi potrebbero bastare. La partita paratie continua, mentre ieri la Finanza è tornata a palazzo. Alla ricerca dei riscontri sulle intercettazioni.

«So già cosa mi direbbe il premier Matteo Renzi: “tu cerca di mandare avanti il cantiere”. E poi chi ha sbagliato pagherà». Il governo si dice pronto a liberare una volta per tutte il lungolago di Como in ostaggio da otto anni del progetto paratie e per voce di Mauro Grassi, direttore per lo sviluppo delle infrastrutture idriche di Italia Sicura, la struttura della Presidenza del Consiglio che si occupa delle opere contro il dissesto idrogeologico, svela la via d’uscita pensata da Palazzo Chigi: la revoca dell’appalto a Sacaim, un nuovo progetto, una gara d’appalto da fare in sei mesi e un cantiere «per restituire il lago ai cittadini».

All’indomani della lettera del presidente dell’Autorità Anticorruzione Raffaele Cantone, nella quale si ventilava la possibilità di un commissariamento di Sacaim limitatamente al progetto paratie, anche il governo scopre le sue carte.

Il piano di Palazzo Chigi, se nella forma non contempla alcuna estromissione del Comune, nei fatti esautora Palazzo Cernezzi e, soprattutto, spazza via in un sol colpo il lavoro degli ultimi quattro anni di amministrazione Lucini.

Intanto la prefettura fa sapere di non aver ricevuto ancora alcun investimento da parte dell’Autorità nazionale anticorruzione.

E la Finanza è tornata in Municipio. Fissato anche l’interrogatorio di Ferro: risponderà al pubblico ministero all’inizio della settimana.

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