Paratie, la Corte dei Conti:
«Danno erariale di quasi 3 milioni»

La Procura della Corte per la Lombardia ha concluso parte degli accertamenti finanziari: citazione a giudizio per Responsabile unico del procedimento e direttore dei lavori durante il periodo della giunta Bruni. “Scagionata” la giunta Lucini.

La Procura della Corte dei conti per la Regione Lombardia ha concluso parte degli accertamenti finanziari sui lavori per la realizzazione di paratie per impedire la fuoriuscita delle acque del lago di Como ed ha notificato una citazione a giudizio nei confronti di tre professionisti (Responsabile unico del procedimento e Direttori dei lavori durante il periodo della giunta Bruni) per un danno erariale di due milioni e 932 mila euro. I lavori aggiudicati all’impresa Sacaim con il contratto d’appalto del 14 maggio 2007 avrebbero dovuto concludersi entro il 5 maggio 2011. I lavori «sono stati realizzati solo in minima parte», secondo la Procura contabile, e «risultano in gran parte privi di alcuna utilità, anche per l’inadeguatezza alle disposizioni antisismiche».

“Scagionati” invece il sindaco Mario Lucini e la giunta.

Nella parziale conclusione degli accertamenti documentali e finanziari, la Procura Regionale ha individuato «la sussistenza di profili omissivi nei doverosi controlli, e nei necessari atti d’impulso all’esecuzione dei lavori», che «hanno agevolato le sospensioni dell’attività dell’impresa per l’approvazione di varianti non conformi a quelle consentite dalla disciplina dei contratti pubblici». L’ammissione di perizie di varianti in corso d’opera ha “sostanzialmente stravolto e modificato radicalmente il progetto originario», recependo la variante migliorativa della Sacaim., «oltre i limiti fissati» dalla legge. «Tutto ciò - scrive la Procura contabile - è avvenuto con l’assenso e la partecipazione procedimentale delle figure tecnico-professionali del Responsabile unico del progetto e dei direttori dei lavori».

La gestione della spesa contrattuale, per la Procura, «appare oggettivamente congegnata per favorire lo sperpero del denaro pubblico senza un termine effettivo per la definitiva realizzazione delle barriere anti-esondazione, ormai definibili, a pieno titolo, come una delle più grandi opere incompiute della Lombardia, con la permanenza dei rischi da valutare nell’ipotesi di esondazione».

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