Paratie, rischio rinvio
Non hanno nemmeno
l’area per i materiali

Il contratto dovrebbe essere firmato a fine mese, ma ancora non c’è l’accordo per l’approdo delle chiatte

Como

La storia ha dell’incredibile se si pensa che il cantiere del lungolago è fermo da sette anni e che comaschi e turisti aspettano da tempo di poter avere una passeggiata a lago definitiva, senza lamiere abbandonate, aree recintate e sistemazioni provvisorie. Ma è tutto vero.

A quindici giorni dalla data che Infrastrutture Lombarde ha ipotizzato come termine per la firma del contratto con il gruppo di aziende che si è aggiudicato il maxi appalto per il completamento dell’opera, ancora non è disponibile il deposito e, soprattutto, un’area che consenta di accedere direttamente a lago. La questione potrebbe sbloccarsi nel giro di qualche giorno (le procedure sono state avviate e si attende il formale deposito della richiesta di concessione di una porzione dell’area da parte del privato) ma anche un paio di settimane fa era stato fatto dagli enti pubblici un discorso analogo. Al momento non è infatti ancora stata fissata alcuna data a Milano per la firma del contratto, spartiacque dal quale inizieranno poi i 45 giorni per l’avvio effettivo dei lavori.

La richiesta di Palazzo Cernezzi

Vale la pena sottolineare che era stata la stessa amministrazione comunale a chiedere espressamente a Regione Lombardia di prevedere un cantiere - che, comunque, dovrà durare tre anni - che non interferisse con la viabilità ordinaria. Lo avevano detto sia il sindaco Mario Landriscina, sia l’assessore ai Lavori pubblici Vincenzo Bella. E, dal canto suo, il Pirellone, aveva messo nero su bianco come prescrizione quella di lavorare il più possibile via lago, trasportando il materiale da Tavernola utilizzando chiatte e non, invece, via terra, creando disagi al traffico. A settembre l’apertura delle buste e, a metà novembre l’aggiudicazione provvisoria all’associazione temporanea di imprese composta da Rossi Renzo Costruzioni (veneziana), la Cgx (specializzata in cantieri e interventi portuali, Ranzato (impianti tecnologici) e la comasca Engeco.

Dopo le verifiche della documentazione e l’assenza di ricorsi da parte degli altri gruppi partecipanti, la strada sembrava in discesa. Invece ora a bloccare tutto c’è una questione nota fin dall’inizio e, cioè, che l’approdo a lago di Tavernola (area demaniale di proprietà regionale, ma in gestione al Comune) non è ancora disponibile. L’assessore al Patrimonio Francesco Pettignano è stato più volte chiamato in causa (anche con attacchi politici arrivati dalla maggioranza) con l’accusa di essere arrivato fuori tempo massimo.

Poche certezze

Ad oggi, la certezza è che ancora non sono state firmate le carte che attestino la disponibilità dell’area e, di conseguenza, non può essere firmato il contratto senza che siano rispettate tutte le condizioni. La vicenda dell’area di Tavernola è, a sua volta, particolarmente intricata visto che c’è anche un ricorso al Tar pendente tra la società Ghimas (che si occupa anche della gestione del battello spazzino) e il Comune oltre a una serie di contenziosi pregressi. È stata concordata una ripartizione dell’area: l’80% circa per il cantiere, la parte restante alla società. Inoltre nel bando per le paratie è inclusa anche una parte dell’area camper, sempre a Tavernola. Ieri sulla vicenda è intervenuto nuovamente il sottosegretario regionale della Lega Fabrizio Turba dicendo: «Mi auguro che il Comune metta a disposizione nel più breve tempo l’area di Tavernola, senza quella non si può firmare il contratto. Vogliamo iniziare i lavori e mi auguro che il Comune di Como non perda più tempo».
Gisella Roncoroni

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