Passaggi a livello
a Como: «Da domani
qui sarà il caos»

Ferrovia: il quartiere è già congestionato dal traffico «Anche ora c’è sempre coda, non ci muoveremo più»

Caos passaggi a livello, dopo il nulla di fatto incassato nel vertice romano tra istituzioni locali, Fnm e governo, la città si prepara a sopportare il raddoppio dei tempi di attesa alle sbarre nel tratto di ferrovia che separa la stazione a lago da Como Borghi.

A partire da domani, quantomeno negli orari di punta, il traffico cittadino rischierà la paralisi. Lo lasciano presagire le condizioni attuali della viabilità in convalle, da sempre decisamente critiche.

Strade molto congestionate anche ieri pomeriggio, come del resto durante tutte le serate feriali, soprattutto viale Battisti e viale Lecco, anche se non si sono formati veri e propri ingorghi. I passaggi a livello interessati dall’aumento dei tempi di chiusura, deciso da Ansf (Agenzia nazionale sicurezza ferrovie) per ragioni di sicurezza, sono tre.

Ecco nel dettaglio le modifiche che andranno ad incidere sui tempi di chiusura (e conseguente riapertura) delle barriere: in piazza del Popolo/piazza Verdi si passerà dai 59 secondi attuali ai 2 minuti e 30 secondi, nel passaggio tra via Bertinelli e viale Lecco da 59 secondi a 2 minuti e 45 secondi, infine a Sant’Orsola da 1 minuto e 1 secondo a 2 minuti e 15 secondi. Proprio quest’ultimo incremento sembra essere destinato a provocare le maggiori criticità al traffico veicolare, perché a sbarre abbassate blocca il flusso veicolare sul girone.

Preoccupazione tra i residenti e gli operatori commerciali: «Non c’è limite al peggio - dicono - perché già questa è una zona della città tra le più battute dalle automobili. Spesso tra l’altro mi capita di dover sollevare manualmente la sbarra perché qualcuno è rimasto in mezzo con la macchina. Quando il semaforo di via Tommaso Grossi, all’angolo con via Dante, è rosso, le auto si incolonnano e risulta difficoltoso lasciare libere le rotaie del treno. Con i nuovi tempi non mi aspetto certo miglioramenti su questo fronte. Anzi, non ci si muoverà nemmeno più»

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