Patria, i privati accusano l’amministrazione provinciale: «Fate voi? Allora rimborsateci le spese». Rischio causa

Il piroscafo Scaduto l’ultimatum della Provincia, la società Steamship Company ha scritto una lettera a Bongiasca. Nessun passo avanti con la Navigazione

L’ultimatum dato dalla Provincia ai privati per definire il futuro del piroscafo Patria è scaduto ieri. All’ombra dello storico battello si sta però con tutta probabilità per avviare una battaglia legale. Enrico Guggiari, socio con Giorgio Porta della società Lake of Como Steamship Company Snc ha inviato proprio ieri una lettera al presidente della Provincia Fiorenzo Bongiasca mettendo, nero su bianco una serie di accuse.

Tutto fermo

Nel mese di tempo intimato da Villa Saporiti non è cambiato nulla. Nessun passo avanti e la storia è sempre la stessa: i privati sono pronti a investire (già dal 2018), un progetto di utilizzo per la navigazione (approvato definitivamente dalla Soprintendenza), ma è impossibile effettuare i lavori di manutenzione poiché la Navigazione ha già ribadito a più riprese senza modificare la sua posizione che la messa a disposizione dei cantieri è «impraticabile». E il mancato accordo con la Navigazione, che era condizione per arrivare alla sottoscrizione della concessione, di fatto farà saltare tutto e, a quel punto, sarà Villa Saporiti a prendersi in carico il “Patria”.

Guggiari spiega, dopo l’ultimatum della Provincia, di aver «chiesto alla Navigazione di accordare un incontro onde valutare congiuntamente possibili opzioni nell’ottica di un reciproco interesse al recupero del Patria» ma «nessun riscontro è mai pervenuto».

«Un progetto che è costato in termini economici e di rapporti, e che ora sembra non poter vedere la luce per la mancanza di due elementi fondamentali: l’accesso ai pontili e la disponibilità degli scivoli per mettere a terra il battello»

Poi i privati chiariscono di aver partecipato alla gara d’appalto spinti «non certo da intenti speculativi, quanto da spirito di servizio nei confronti della collettività al fine di concludere un progetto di recupero che il vostro Ente non era in grado di assicurare, proteggendo un pezzo di storia comasca, assieme agli ingenti costi già sostenuti (3,7 milioni) dalla Provincia per la ristrutturazione del Patria e deperiti negli anni». Attaccano dicendo che la gara d’appalto «è risultata mal impostata, come sottolineato anche nelle comunicazioni della Navigazione, perché l’accordo tra i due Enti andava trovato prima della pubblicazione del bando e non a ridosso della firma della convenzione». Ripercorrono poi le varie tappe del percorso e gli sforzi «notevoli» fatti con il coinvolgimento di «tecnici, ingegneri, finanziatori, società di gestione, investendo tempo e relazioni per produrre un progetto e un business plan pronto per la sua implementazione. Progetto che è costato in termini economici e di rapporti, e che ora sembra non poter vedere la luce per la mancanza di due elementi fondamentali: l’accesso ai pontili e la disponibilità degli scivoli per mettere a terra il battello. Problematiche che non possono essere risolte dalla scrivente società».

«La Provincia vuole procedere autonomamente? Nulla in contrario purché quantomeno rimborsi le spese e gli investimenti fin qui sostenuti dalla nostra società»

Chiedono quindi a Bongiasca come intende muoversi partendo dalla strada più probabile: «La Provincia vuole procedere autonomamente? Nulla in contrario purché quantomeno rimborsi le spese e gli investimenti fin qui sostenuti dalla nostra società». Nel merito di una ipotetica nuova gara d’appalto evidenziano che ci sarebbero sempre gli stessi problemi mentre su un accordo con la Navigazione dicono testualmente: «Sarebbe come dichiarare che tutte le ragioni ostative fin qui sostenute non erano che una scusa per proteggere l’attuale monopolio della Navigazione a scapito della concorrenza e della attrattività turistica. L’Antitrust avrebbe qualcosa da dire».

Documenti a Villa Saporiti

Infine viene provocatoriamente ipotizzato che il Patria venga lasciato affondare e chiede al presidente «come vuole procedere per salvare il Patria» conclude Guggiari. Dal canto suo Bongiasca per ora si limita a dire che la lettera «verrà valutata nei prossimi giorni».

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