Pd, il giorno dopo: «Un partito vivo»
«L’obiettivo a Como è battere la Lega»

Braga: «Allargata la base elettorale». Gaffuri: «Rientrano i voti dei 5 Stelle pentiti»

L’asticella era stata posta a quota ottomila, prudenzialmente al di sotto dell’affluenza di due anni fa, quando furono 8.500 i comaschi a mettersi in coda per votare i candidati alle primarie del Partito Democratico. E invece, con 8.750 votanti, si è andati oltre le aspettative.

«Il che è un segnale davvero positivo e che fa ben sperare, la sinistra c’è, e il partito si pone in posizione centrale rispetto ad una coalizione di centrosinistra che vuole costituire un’alternativa a questo governo giallo-verde a trazione leghista» dice la deputata comasca Chiara Braga, che ha sostenuto la candidatura di Nicola Zingaretti: «A Como ha ottenuto il 64% dei consensi, in linea con il dato regionale e con quello che si profila a livello nazione, dove la Commissione nazionale di cui sono componente sta terminando la raccolta di tutti i risultati definitivi. Un segretario del Partito Democratico pienamente legittimato dalla comunità di elettori e sostenitori che ieri hanno dato ancora una volta prova di grande generosità e di passione, che sono certa sarà coniugare unita e cambiamento, traendo forza proprio dalla grande fiducia raccolta nel voto delle Primarie».

Sosteneva Maurizio Martina, ma è ugualmente molto soddisfatto l’ex consigliere regionale Luca Gaffuri: «Queste primarie hanno intercettato un elettorato che va oltre quello tradizionale del Pd, e lanciano un segnale molto forte nei confronti del governo giallo-verde. Sicuramente domenica hanno votato anche molti elettori pentiti dei Cinque Stelle».

Proprio il Movimento è stato l’incubo dei dem durante questo lunghissimo anno e il fantasma di una strizzatina d’occhio ai grillini aleggia ancora, proprio adesso che Zingaretti è segretario: «Un tentativo mal riuscito di ostacolare la sua ascesa alla segretaria - taglia corto la Braga - Lui ha sempre negato la volontà di intese con i 5S e l’affluenza forte di domenica è un chiaro segnale della voglia di cambiamento rispetto all'attuale governo». «Non penso che si corra questo rischio - concede anche Gaffuri - Il dato che abbiamo ora è che il Pd è tornato ad essere competitivo e centrale rispetto al centrosinistra. Quello che si delinea è una contrapposizione con il centrodestra. Lo schiacciamento dei Cinque Stelle su Salvini, l’inesperienza e l’incompetenza mostrata in questi nove mesi di governo, finiranno per essere pagate a caro prezzo dai grillini».

A Como, che si conferma una città dove il Pd conta su una buona base, la missione è non tanto riconquistare i voti in libera uscita dei 5S, che qui non hanno mai sfondato, quanto convincere tutti gli altri, che in gran parte un anno fa hanno accordato il proprio voto alla Lega.

«Como - continua la Braga - si sta dimostrando molto lontana dai disvalori espressi da una forza politica incattivita, respingente e non inclusiva, e che non è stata in grado di mantenere le promesse elettorali sul versante delle infrastrutture, come su quello della sburocratizzazione. Lo si vede per la Pedemontana come per la vicenda di Campione».

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