«Politiche abitative carenti»
Assolto il senzatetto
che dormiva nello spazio comunale

Denunciato per occupazione abusiva di edificio pubblico: «Lo ha fatto per necessità». Il blitz nel novembre 2018 preannunciato dall’ex vicesindaco Locatelli: «Struttura pericolante»

Costretto a ricavarsi una “casa” nell’edificio della Santarella, nell’ex Ticosa, per stato di necessità e a causa delle «carenti politiche abitative del Comune di Como in tema di edilizia pubblica, e in particolare le carenti misure adottante negli ultimi anni per assicurare un riparo alle persone indigenti», un giovane ghanese è stato assolto dall’accusa di occupazione di edificio pubblico.

La sentenza riguarda un’operazione compiuta dalla polizia locale di Como nel novembre del 2018. Un intervento preannunciato dall’allora vicesindaco Alessandra Locatelli, dopo voci insistenti della presenza di persone all’interno dell’ex fabbrica: «L’area è di proprietà comunale - disse - ed è doveroso renderla inaccessibile per garantire la sicurezza di tutti, visto che la Santarella è pericolante».

La denuncia

Nell’operazione di sgombero gli agenti trovarono all’interno anche Erico Agyemang, giovane ghanese che nell’edificio annesso alla Ticosa si era ricavato un giaciglio. Difeso dall’avvocato Daniela Danieli, il migrante è stato assolto «perché il fatto non costituisce reato».

Spiega il giudice Luisa Lo Gatto nella sua sentenza: «Dal punto di vista oggettivo non si può dubitare che l’imputato abbia commesso il reato» peraltro lui stesso «ha confermato di aver occupato l’immobile e di averlo riadattato al meglio per abitarci» nel corso di una «fase difficile della sua vita in cui, tra il 2018 e il 2020, si è trovato costretto a vivere per strada». Ma per quanto oggettivo fosse il reato, «il suo comportamento può ritenersi scriminato dallo stato di necessità per aver agito unicamente con l’obiettivo di evitare un danno grave a se stesso». E «di danno grave si può parlare non solo in presenza di un danno alla vita, ma anche in presenza di situazioni che attentino alla sfera dei diritti fondamentali della persona» come il diritto all’abitazione» che «è sancito dalla Costituzione».

Emergenza abitativa

Ma la legge richiede che «l’esimente» sia applicata «ai soli casi in cui sia indiscutibile la necessità e l’inevitabilità». Secondo il giudice, questa era la condizione dell’imputato che «spinto dalla disperazione, ha occupato l’immobile per un periodo solo transitorio e perché condizionato dalla pressante esigenza di procurarsi un riparo nella stagione fredda». In una città - si legge ancora nella sentenza - alle prese con le «carenti politiche abitative del Comune di Como in tema di edilizia pubblica», sottolineando anche come «esiste un solo dormitorio annuale, che può ospitare poco più di 50 persone, ma questo servizio non consente assolutamente di soddisfare il bisogno abitativo di molte persone indigenti che vivono per strada, tant’è che già dall’inverno del 2010 la rete “Vicini di strada”, insieme a numerosi altri volontari, allestisce un dormitorio invernale conosciuto come “emergenza freddo”». Da qui , l’assoluzione.

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