Reddito di cittadinanza
In coda tanti “over 50”

Il profilo dei comaschi interessati? «Italiani e vicini alla pensione» - Le prime stime: un migliaio i potenziali richiedenti, gli stranieri il 15%

Como

I comaschi in fila per chiedere il reddito di cittadinanza sono anziani, single e quasi tutti italiani.

Nei primi due giorni utili alla presentazione delle domande, solo qualche centinaio di cittadini si è rivolto ai principali caf per formalizzare la richiesta o per prendere un appuntamento. Nemmeno un migliaio, in totale. Gli sportelli postali sono rimasti quasi del tutto deserti anche nei quartieri più periferici. Del resto si stima che la platea dei cittadini che hanno le credenziali per accedere al sussidio a Como e provincia è ristretta. Circa 11mila persone, nemmeno il 2% della popolazione residente.

Ma chi sono i comaschi in cerca del reddito di cittadinanza? «Sono italiani, sono single e sono anziani - dice Roberto Violi, responsabile per i caf della Cisl della Lombardia - Da un primo controllo sulle nostre sedi operative abbiamo cercato di costruire una specie di identikit. La base statistica, però, è ancora debole, i numeri sono ancora scarsi, bisognerà attendere la fine del mese per avere un profilo più chiaro. Comunque solo il 15% circa delle domande arriva da persone straniere. Il reddito per chi non è italiano è molto difficile da ottenere, serve il permesso di lungo soggiorno e dieci anni vissuti qui in Italia».

Dunque l’85% di richieste fatte sul nostro territorio arriva da italiani, da comaschi. «Le domande sono state fatte al 60% da persone anziane, vicine alle pensione - spiega ancora il sindacalista - La prevalenza è netta, sono meno presenti i giovani, gli under trenta. L’orientamento premia infine i single, con un altro netto 60% rispetto alle famiglie, circa il 40%».

Per le persone sole ottenere il reddito di cittadinanza è più semplice perché gli stipendi in famiglia si cumulano, l’Isee deve essere inferiore ai 9.360 euro. Ieri mattina al caf della Cgil di via Italia Libera c’era una modesta fila di persone, meno di dieci, non tutti chiedevano il reddito. C’era ad esempio un uomo comasco di sessant’anni separato che ha di recente perso il lavoro, oppure una donna dell’est Europa con tre figli e un marito dalla professione precaria. Non hanno accettato di raccontare con nome e cognome le loro storie.

«È facile provare vergogna, serve umiltà - ragiona Giacomo Licata, il segretario generale della Cgil di Como - Io non ho ancora fatto analisi statistiche, però mi sono fermato a guardare i volti delle persone che sono arrivate ai nostri sportelli. Ho visto più italiani che stranieri, tanti anziani e pochi giovani, tante persone sole. Credo che il reddito di cittadinanza riguardi soprattutto chi è stato espulso dal mercato del lavoro durante la crisi economica. Gli over 55, gente che da più di cinque anni si arrangia con dei lavoretti. Sono gli ex operai e gli ex dipendenti del manifatturiero, delle tante aziende che hanno chiuso».

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