Regole Covid sparite ovunque. Non in biblioteca: via i ragazzi

La denuncia Studenti respinti dall’aula lettura: metà dei posti ancora vietati. E i giovani: «Siamo costretti a studiare nei bar e pagare le consumazioni»

Studenti respinti dalla biblioteca, nell’aula studio la metà dei posti è ancora fuori uso causa Covid. Le regole per il contenimento del contagio sono ormai svanite ovunque, invece nella biblioteca comunale di piazzetta Venosto Lucati i lettori sono ancora distanziati, un banco sì e uno no e ai ragazzi viene chiesta la prenotazione per accedere alla sala lettura. Succede così che in vista della ripresa degli esami una trentina di studenti sono stati respinti martedì dalla biblioteca Paolo Borsellino perché tutti i posti erano esauriti. Tra i malumori dei ragazzi e dei genitori, vista la carenza in città di luoghi dedicati allo studio.

Prenotazione obbligatoria

Dalla biblioteca spiegano che le sedie sono ancora dimezzate per i protocolli Covid, di fatto sono attualmente in uso solo 45 delle complessive 90 postazioni. Per entrare gli studenti devono prenotare una sedia all’ingresso consegnando tessera e documento. Non ci sono metodi automatici online.

La precedenza viene data agli studenti, tutti gli altri cittadini amanti della lettura e bisognosi di fare una consultazione devono sperare che siano rimasti dei banchi liberi. Cosa che avviene raramente. Il servizio dell’emeroteca, per la lettura dei quotidiani, è stato cancellato all’inizio della pandemia e non è ancora stato ripristinato. Nelle altre vicine città lombarde, per esempio a Varese, queste norme sono ormai superate. A Como peraltro non ci sono molti spazi dedicati allo studio dei giovani. Da tempo i rappresentanti degli universitari e degli alunni delle superiori lamentano da tempo la mancanza di questo tipo di servizi. Già da prima del Covid. «Martedì aperte le porte alle 14.30 alle 15 la sala studio era già al completo – dice Margherita Balestrini, studentessa comasca – e poi fa freddo colpa degli spifferi e non c’è il wi-fi».

«È capitato anche a me ieri – racconta Arianna De Santis, universitaria comasca – e non è la prima volta. Mi sembra paradossale. In città ci sarebbero spazi da dedicare a noi giovani, ma da anni dobbiamo arrangiarci. Andiamo a studiare nei bar, pagando la consumazione».

Le promesse dell’assessore

La nuova amministrazione dopo le elezioni ha annunciato l’intenzione di organizzare al primo piano dell’inutilizzato Palazzo Natta una sala studio, per «drenare», si legge nel documento unico di programmazione, «la richiesta di spazi che, in alcuni periodi dell’anno, la biblioteca Paolo Borsellino non riesce a soddisfare». Certo le normative per il contenimento del contagio ancora in vigore negli spazi per gli studenti non aiutano. Già negli scorsi mesi lettori e studenti hanno fatto simili segnalazioni, ma da Palazzo Cernezzi non sono mai arrivate nuove disposizioni. Sentito l’assessore alla Cultura Enrico Colombo promette di occuparsi subito della vicenda appena rientrato dalla pausa festiva. Ribadisce che su Palazzo Natta il Comune ha già stanziato 500mila euro per un complessivo rinnovo dell’edificio, a partire dall’aula studio.

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