Ricevevano la pensione sociale
In Svizzera nascondevano un tesoro

Dicevano all’Inps di essere poveri, oltre confine avevano accumulato una piccola fortuna

Nell’Italia del «i politici sono tutti ladri» otto insospettabili pensionati si sono fatti passare per poveri, per poter incassare l’assegno sociale, nonostante potessero contare su conti corrente ricchissimi oltre confine.

La Procura di Como e la guardia di finanza hanno messo sotto inchiesta sei degli otto over 75 anni che hanno chiesto e ottenuto il contributo statale previsto per i redditi inferiori agli 8mila euro lordi annui, pur potendo contare su ricchezze nascoste negli anni passati in Svizzera. A carico dei due non denunciati scatteranno sanzioni amministrative, visto che pure loro hanno incassato soldi non dovuti ma senza superare la soglia prevista dalla legge come reato.

A tradire i finti poveri è stata la voluntary disclosure, ovvero la “collaborazione volontaria” che ha consentito a migliaia di contribuenti, che detenevano illecitamente patrimoni all’estero, di regolarizzare la propria posizione senza incorrere nell’accusa di frode fiscale denunciando i capitali conservati nelle banche oltre confine. L’incrocio dei dati fatto dalla guardia di finanza tra i comaschi che hanno aderito alla voluntary e quelli che hanno chiesto e ottenuto la pensione sociale ha portato alla luce clamorose situazioni di irregolarità.

Funziona così: una legge del 1995 consente ai cittadini che hanno compiuto 75 anni e non raggiungono un reddito minimo annuo - arrivato a circa 8mila euro - di poter incassare un contributo sociale che consenta agli stessi di arrivare a quella soglia minima.

E in effetti gli otto denunciati dalla Procura hanno pensioni abbondantemente inferiori al livello oltre il quale il contributo statale non è previsto. Peccato che si fossero dimenticati di denunciare il possesso, in Svizzera, di veri e propri tesoretti.

Le fiamme gialle hanno così scoperto, ad esempio, l’ottantenne vedova di un imprenditore che aveva un quarto di milione di euro sui conti in Ticino ma che ha chiesto e ottenuto per quattro anni di fila la pensione sociale (22mila euro complessivi), oppure l’ex artigiano che ha collezionato oltre confine contanti per oltre 600mila euro e che si è fatto erogare assegni sociali per circa 30mila euro o ancora il prete con 200mila euro in Svizzera e 40mila euro di contributi statali ottenuti dall’Inps.

Complessivamente le fiamme gialle e la Procura della Repubblica contestano agli indagati il reato di indebita erogazione per una cifra totale di circa 250mila euro, soldi che ora la magistratura chiede indietro agli ultrasettantacinquenni poveri in Italia, ma ricchissimi appena passata la frontiera con la Svizzera.

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