Sciolte le camere: voto il 4 marzo
Luci e ombre di 5 anni in Parlamento
Dalla Tremezzina alla legittima difesa

Si è chiusa ieri la legislatura. Tre i comaschi a Montecitorio. E ora si vota il 4 marzo. Braga e Guerra: «Il collegamento sul lago grande risultato». Molteni: «Lavoro sulla giustizia»

Como

Sipario sulla diciassettesima legislatura iniziata il 15 marzo di cinque anni fa e che ha visto l’alternarsi di tre presidenti del Consiglio (Enrico Letta, Matteo Renzi e Paolo Gentiloni) e l’elezione di due presidenti della Repubblica (la rielezione di Giorgio Napolitano e, nel 2015, quella di Sergio Mattarella). Tre i rappresentanti territoriali comaschi seduti sugli scranni di Montecitorio: Chiara Braga e Mauro Guerra per il Pd e, all’opposizione, Nicola Molteni (Lega Nord).

«Sono stati cinque anni in cui stando in maggioranza ho potuto concretizzare molto di più - commenta Braga - e tra i motivi fondamentali di soddisfazione c’è il lavoro portato avanti con Mauro (Guerra, ndr) per la Tremezzina. Siamo molto contenti di essere arrivati a compimento dopo anni di parole». Braga ricorda, tra i risultati raggiunti, «la mia legge sulla protezione civiche della quale non siamo arrivati solo all’approvazione, ma anche all’attuazione».

Il collega di partito Mauro Guerra dice: «Personalmente sono stato determinato a candidarmi cinque anni fa per un paio di questioni. La prima riguarda i Comuni per il superamento del patto di stabilità, il sostegno a fusioni e unioni di Comuni e, da questo punto di vista, in questa legislatura sono stati fatti seri passi avanti. L’altra motivazione forte è stata quella di realizzare un obiettivo ultradecennale come quello della variante della Tremezzina ed essere riusciti a finanziarla e a condurre in porto l’impresa sono per me motivo di soddisfazione».

All’opposizione il leghista Nicola Molteni che ricorda «le due leggi che mi hanno visto impegnato sulla legittima difesa (legge portata alla Camera e poi bocciata al Senato) e poi quella che è stata ribattezzata legge Molteni, che prevede la non applicabilità del rito abbreviato per reati gravi (anche questa bocciata, ndr)». Sottolinea che «siamo stati un piccolo gruppo e riuscire a portare in aula per due volte leggi così importanti è motivo di soddisfazione, anche se c’è la delusione la rabbia perché entrambe sono state bocciate».

© RIPRODUZIONE RISERVATA