Scuola, la ripresa è ancora nel caos
Allarme dei presidi e c’è chi vuole la Dad

«Non ci sono le condizioni per riaprire». Tanti docenti positivi, impossibile sostituirli tutti. «E il sistema di Ats è in tilt, ci avvisano le famiglie...»

Aumento dei contagi, tempi lunghissimi per ottenere il tampone, in tilt tracciamenti e segnalazioni dei casi da parte di Ats Insubria. Vista la situazione, a Como c’è timore per l’inizio della scuola, previsto il 10 gennaio. A livello nazionale si sta discutendo della possibilità di prolungare le vacanze o utilizzare la didattica a distanza, ma al momento sembra prevalere la linea di chi, nonostante le difficoltà, non vuole posticipare il rientro in aula in presenza.

I presidi lariani non nascondono la propria preoccupazione: oltre ai contagi fra gli alunni, sono i docenti positivi, quindi in isolamento, a rendere problematica la copertura delle classi nei primi giorni.

Forti timori

«Non ci sono le condizioni per ricominciare in presenza», afferma la dirigente dell’istituto comprensivo Como Lago Giusi Porro , che deve fare i conti con una decina di docenti con Covid. «Il sistema mi sembra sia imballato – aggiunge – abbiamo diversi genitori che ci comunicano la positività dei propri figli, ma non ho un’idea chiara di quale sia il numero complessivo. Inoltre da alcuni giorni il servizio online di prenotazione dei tamponi scolastici di Ats è bloccato».

Il preside del Setificio Roberto Peverelli sottolinea l’aumento dei numeri dei casi fra gli studenti: «Peraltro non abbiamo contezza del dato totale – precisa – Le informazioni non arrivano da Ats, ma grazie alle famiglie che ci hanno volontariamente telefonato e scritto». Poi c’è la questione legata al personale: «Molti insegnanti sono positivi e ciò complica la gestione delle classi – continua Peverelli – ovviamente, si può tutto e ce la faremo, però è giusto sapere che il rientro avrà qualche criticità in più. Senza esagerare nella portata dei disagi, però è verosimile che alcune classi potranno restare scoperte».

Sulla possibilità di posticipare il rientro, magari di una settimana, il dirigente sottolinea come ci siano pro e contro in una direzione o nell’altra: «Forse potrebbe essere utile avere giorni in più – aggiunge – però questa decisione viene giustamente presa da altri e tenendo conto di diversi fattori».

La ripartenza delle scuole complicherebbe e non di poco le code e le attese per il tampone: al momento, c’è chi non riesce a trovare un posto prima del 15 gennaio. Inoltre, già ora le file sono infinite, ma sarà ancora peggio con la ripresa delle lezioni e l’obbligo per gli alunni d’effettuare due test a distanza di cinque giorni, in presenza di un positivo in aula.

Mistero sui contagi

La preside del Caio Plinio Silvana Campisano ricorda come, prima dell’inizio delle lezioni, non si saprà quanti sono i positivi a scuola: «Di conseguenza – aggiunge – non possiamo nemmeno sapere sul numero effettivo di persone su cui possiamo contare per aprire e cominciare». Inoltre, c’è anche la partita del rinnovo dei “contratti Covid” fino al 31 marzo. «Per quanto riguarda invece gli alunni – continua Campisano – durante queste vacanze, chi voleva segnalare l’ha fatto, però ha agito volontariamente, non perché obbligato».

Per Valentina Grohovaz è difficile fare previsioni. «Non abbiamo dati relativi al periodo delle vacanze: non ci sono stati forniti e quindi non ho elementi per valutare. Sarà una sorpresa - conclude ironicamente - d’altra parte, ormai, siamo abituati. “Lo scopriremo solo vivendo”...».

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