Sei milioni, due anni e mezzo di lavori
La bonifica della Ticosa non finisce mai

Approvato il progetto dell’assessorato all’Ambiente. Ma i tempi sono lunghi

La notizia dovrebbe essere annoverata tra quelle positive, perché finalmente si dà avvio alla bonifica dell’ultima area della Ticosa che ancora manca all’appello, quella “cella 3” da cinquemila metri quadrati dove la presenza di sostanze inquinanti di fatto è un ostacolo a qualsiasi progetto di rilancio dell’intero compendio ex industriale, simbolo di ignavia e di degrado urbano.

Ma costi, sei milioni di euro, e tempi, due anni e mezzo, dell’operazione di fatto rinviano ogni progetto futuro a dopo il 2022. Per l’assessore all’Ambiente Marco Galli, che ha curato la pratica, si tratta comunque di un «concreto passo in avanti». E in effetti, il passaggio licenziato ieri costituisce, dopo l'accordo con il gruppo Multi che ha permesso al Comune di rientrare in possesso dell’area, il primo atto di quello che potenzialmente è un percorso di rinascita, che renderà nuovamente fruibile tutta l’area. I tempi però, non sono immediati.

Il bando della gara d’appalto di tipo europeo sarà pubblicato non prima della fine dell’anno. La gara richiederà tempi lunghi. È previsto che l’affidamento dei lavori avvenga per settembre 2020. I lavori veri e propri, per la bonifica di quei cinquemila metri quadrati (in realtà novemila meri cubi di terreno da rimuovere), si concluderanno solo a fine 2021.

Solo da allora si potrà cominciare a ragionare su che cosa fare dell’intero compendio, 41mila metri quadrati fermi e in degrado dal 1981. «Ma nulla impedirà, sulle aree già bonificate, di realizzare un parcheggio provvisorio» avverte Galli. Una soluzione cara al sindaco Landriscina. In attesa di capire che cosa ne sarà del progetto, presentato lo scorso mese proprio dal Comune, di trasferire qui il municipio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA