Senza vaccino, 55 bimbi fuori dall’asilo

Scuola Saranno riammessi solo quando i genitori presenteranno l’autoceriticazione o la prenotazione. L’assessore Gallera: «Chiameremo le famiglie per recuperare tutti i bambini». Probabilmente sono stranieri

Sul territorio di Como sono 55 le famiglie che non hanno presentato la documentazione relativa allo stato vaccinale dei propri figli per poter frequentare asili e scuole materne.

L’obbligo per consegnare la documentazione, per i bambini da 0 a 6 anni, è scaduta lo scorso 11 settembre ma sono ancora numerosi i genitori che non hanno messo in regola i propri figli e che, secondo quanto stabilito dalla legge, non possono frequentare gli istituti. Se alcuni asili e scuole materne hanno scelto la linea morbida chiudendo un occhio e concedendo più margine alle famiglie, alcuni istituti, invece, hanno respinto i bambini. Tra questi l’asilo di via Palma dove 25 piccoli iscritti non hanno potuto partecipare al primo suono della campanella.

«Al momento sono 717 in tutta la Lombardia gli alunni che non hanno presentato entro l’11 settembre, la documentazione necessaria, prevista in virtù della legge Lorenzin sui vaccini per l’iscrizione a asili nido e scuole dall’infanzia – spiega Giulio Gallera, assessore al Welfare di Regione Lombardia -. Provvederemo immediatamente a contattare le loro famiglie per attivare il recupero dell’inadempimento».

Per quanto riguarda la Ats dell’Insubria, la ex Asl, solo 26 strutture scolastiche su 833 presenti sul territorio hanno trasmesso gli elenchi segnalando 104 bambini di cui non risulta la documentazione. Di questi 104, circa la metà (55 bambini) sono del territorio comasco. Ancora presto però avere un quadro preciso della situazione come ha spiegato lo stesso Gallera che aggiunge: «Il dato si riferisce alle comunicazioni ricevute dalle nostre Ats alla data di giovedì, così come da indicazioni di legge, da 180 strutture, tra nidi e scuole dell’infanzia. Un dato che reputiamo essere non definitivo, sia perché qualche aggiornamento continua ad arrivare in queste ore, sia perché le strutture presenti su tutto il territorio sono circa cinquemila. Appare, dunque, più realistico pensare che ci siano dei ritardi da parte delle strutture scolastiche a rispettare i tempi sull’invio degli elenchi, previsti dalla legge».

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