Siccità da record e lago prosciugato. Che beffa le paratie

Ambiente I primi test per le barriere antiesondazione arrivano nel mese dell’ennesimo record negativo. Da inizio anno 40 milioni di metri cubi d’acqua in meno

Dall’inizio dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2022, nel lago di Como sono entrati 40 milioni di metri cubi in meno d’acqua mentre a valle ne sono usciti 14 in meno. Del resto non piove davvero da più di un mese, e il lago ha già superato l’estate con i livelli minimi più bassi dal dopo guerra. Il tutto mentre, per paradosso, in città sono stati avviati i primi test di prova per le paratie antiesondazione.

Rubinetti chiusi

Secondo gli esperti esiste davvero un rischio desertificazione, con ricadute pesanti sull’agricoltura e sulla fauna, oltre che sul sistema di navigazione e sulle darsene. Fontanili e canali sono in secca, già oggi l’attività degli impianti termoelettrici è in bilico.

«Oggi facciamo uscire a valle circa 50 milioni di metri cubi d’acqua al secondo quando di solito in media ne uscivano 200 – spiega Emanuele Mauri, il presidente del Consorzio dell’Adda che regola i rubinetti ad Olginate –. I dati non sono confortanti, ci sono circa 100 milioni di metri cubi in meno di accumuli nevosi su rilievi montani rispetto all’anno scorso. Siamo costretti a mantenere un deflusso molto basso. Senza però esaurire questa perdita, infatti sotto i 50 milioni di metri cubi è difficile mantenere in vita i sistemi a valle. Il riempimento delle falde, l’operatività delle centrali e la fauna ittica. Dovremo ritardare la stagione irrigua fino a maggio». I modelli di Arpa indicano una maggiore piovosità durante il mese di marzo, detto che settimana prossima sono attese piogge. Ma che la situazione fosse grave era già chiaro prima dell’estate.

«Cerchiamo di garantire al lago stabilità - dice Luigi Bertoli, il direttore del Consorzio dell’Adda – aprendo poco i rubinetti e ricevendo poca acqua, in assenza di pioggia. Soffre chi sta a valle, ma se uscisse troppa acqua, il lago andrebbe in rosso. Abbiamo superato l’estate con i livelli più bassi d’acqua nel lago rispetto agli ultimi 78 anni, da quando esiste questa statistica. La speranza è riposta nel cielo». E nelle riserve alpine, con i bacini che quest’estate sono stati aperti in accordo con la Regione e i produttori d’energia. Oggi i serbatoi alpini sopra al lago contengono 165,5 milioni di metri cubi d’acqua, nel lago ce ne sono altri 50. Nonostante una contrazione delle riserve aprire i rubinetti a monte resta un’opzione. «Sì, è l’unica fonte di salvezza – commenta ancora Mauri –. I tavoli tecnici sono già tutti allarmati sul tema. Le riserve montane ci hanno molto aiutato durante le settimane di maggiore crisi». Quando attorno a luglio il lago è sceso sotto la soglia considerata critica per garantire la navigazione.

Problemi per la navigazione

Sebbene questa quota sia oggi ancora molto lontana, già da giorni i servizi di imbarcazione lamentano fondali bassi e darsene problematiche. Senza la pressione dell’acqua i muretti a secco cedono. In questo scenario, secchissimo, non manca chi ha notato l’innalzamento in città delle paratie. I blocchi messi a difesa della città sembrano un po’ una beffa: le esondazioni sembrano ricordi lontani e improbabili, per quanto ancora possibili dopo improvvisi e forti rovesci. Ma certo i cambiamenti climatici non prevedono per i prossimi anni inversioni di tendenza tali da immaginare piene da record.

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