Stadio, ancora nessuna concessione
I tifosi si arrabbiano: «Dimettetevi tutti»

Dura presa di posizione dei “Pesi massimi” dopo la mancata firma per la concessione del Sinigaglia - «Alla città servirebbe un commissario prefettizio libero dai condizionamento di lobbies e segreterie di partito»

Como

Durissima presa di posizione dei “Pesi massini”, la più autorevole - se non altro per l’anzianità di “servizio” di molti suoi membri - tra le voci del tifo calcistico comasco. In un posto pubblicato ieri sulla loro bacheca Facebook, i tifosi puntano nuovamente il dito contro l’amministrazione, posto che il 15 settembre (la data entro la quale s’era detto si sarebbe firmata la concessione per lo Stadio) è trascorso senza che dal Comune sia arrivata alcuna indicazione. Tra le incombenze più urgenti - alle quali porre mano dopo la firma - c’è quella del rifacimento del campo: sintetico o naturale che sia, serve del tempo, quantomeno una ventina di giorni (a rimettere l’erba vera) e il campionato è alle porte. Comune, non pervenuto.

«La notizia vera - scrivono i Pesi Massimi - è che questa nostra città non ha futuro. L’amministrazione cittadina (si badi bene, non ci riferiamo solamente a sindaco e giunta), è come il proverbiale elefante nel negozio di cristalleria: fa fatica a muoversi e quando lo fa solitamente crea danni in tale quantità che stare qui ad elencare nuovamente tutte le cose non fatte o fatte male o che non funzionano o abortite in corso d’opera apparirebbe stucchevole. Non siamo nemmeno certi che l’inefficienza sia da attribuire alla amministrazione ed al consiglio comunale (che pure non si discosta da certe cattive abitudini dei politici nazionali), anzi abbiamo il forte sospetto che la struttura municipale comasca con tutti i suoi capi, vicecapi, funzionari e tecnici, abbia grosse responsabilità in tal senso. Il risultato è, purtroppo, sotto gli occhi di tutti».

Il livello di esasperazione è tale che i tifosi arrivano addirittura a invocare l’intervento di un commissario prefettizio, che mandi tutti a casa e prenda in mano la situazione. Del resto «nel nostro specifico, il Como1907 aspetta da mesi una concessione di media durata che dovrebbe, nelle intenzioni dei suoi proprietari, fare da ponte per una concessione più lunga che consenta, a proprie spese, di regalare alla città un impianto ed un area circostante moderna e funzionale».

«Fossimo gli amministratori comunali, questa situazione sarebbe per noi fonte di grosso imbarazzo (potremmo dire vergogna); perciò non comprendiamo quindi come sindaco e giunta possano continuare a contribuire - o a subire - a questa situazione. Forse un commissario prefettizio libero dai condizionamenti delle lobbies, delle segreterie politiche, dell’estabilishment cittadino, potrebbe donare nuovo smalto ad una struttura comunale ormai irrimediabilmente inceppata e dare le dimissioni sarebbe, a questo punto, un atto di amore verso la propria città».

E poi il confronto, impietoso, con quello che, in effetti, accade nel resto del Belpaese: «In tutta Italia gli stadi vengono ristrutturati dalle amministrazioni oppure vengono concessi alle società di calcio per la riqualificazione; a Monza - ma le cose funzionano così quasi ovunque - hanno ottenuto una concessione di 44 anni per lo stadio Brianteo ed il centro sportivo Monzello per un canone annuo di 10.101 euro. Non in riva al lago, certo, ma un impianto funzionante ed agibile, non il rudere dove siamo costretti a seguire la nostra squadra».

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