Studiare con lo smartphone
«Errore, anarchia in classe»

Edoardo Colombo, docente dell’Insubria, non condivide gli esperimenti in atto in alcune scuole: «Ci vedo solo rischi»

Tante scuole di Como si preparano a dire sì all’uso degli smartphone in classe, dopo avere per anni, con scarsi risultati, combattuto questa tecnologia nelle tasche degli alunni.

Questa possibilità, introdotta per esempio da Giovio, Setificio, Volta, Teresa Ciceri, ma in fase di studio anche in alcune scuole del primo grado, è vincolata al controllo dei docenti ed è consentita per soli fini didattici. Ciò nonostante la novità fa discutere genitori e insegnanti, divisi tra chi difende le potenzialità della tecnologia e chi teme che l’attenzione degli alunni con app e chat andrà perduta.
«Io ci vedo solo rischi – questo è il commento di Edoardo Colombo, docente dell’Insubria per il dipartimento di medicina ed esperto di tecnologie nell’età dell’adolescenza – soprattutto perché immagino l’anarchia in classe, tra vibrazioni continue, squilli, messaggi, sarà un parco giochi. I ragazzi oggi sono iscritti non ad uno, ma a cinque social contemporaneamente. E poi l’uso dello smartphone non inerente alla didattica è troppo invitante per gli studenti, si distrarranno, sarà impossibile controllarli. Posso capire con studenti di quinta liceo, ma con i ragazzini di prima no. Meglio lasciare lo smartphone spento nel cassetto della cattedra».

Il servizio completo ne La Provincia in edicola mercoledì 26 ottobre

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