Tangenziale, cancellato il secondo lotto
Si rischia una causa da venti milioni

La Regione non ha ripristinato il tracciato originario e ieri la giunta ha dovuto eliminarlo. Inserito nella variante al Pgt il tratto fantasma Como-Orsenigo che passerebbe però tra le case

Il secondo lotto della tangenziale di Como è sparito dal piano di governo del territorio del Comune, il principale atto di pianificazione urbanistica della città. La giunta comunale ha infatti approvato ieri, su proposta dell’assessore all’Urbanistica Lorenzo Spallino, la variante al Pgt che si deve obbligatoriamente uniformare a quanto prevede la pianificazione regionale. Il Pirellone aveva inspiegabilmente cancellato il tracciato originario (tra Albate e Albese, di cui c’è il progetto definitivo, costato svariati milioni di euro) nel dicembre dell’anno scorso confermando però quello di Varese. Contestualmente nello stesso documento era stato inserito il collegamento Como-Orsenigo nell’ambito della Varese-Como-Lecco.

Il caso sembrava risolto il 25 novembre scorso, quando il consiglio regionale approvò (tranne il movimento Cinque Stelle, un emendamento predisposto dal sottosegretario Alessandro Fermi (Forza Italia) e presentato in aula dal relatore, il presidente della commissione Bilancio Alessandro Colucci: «Si impegna la giunta regionale a prevedere l’aggiornamento della salvaguardia urbanistica del completamento della tangenziale di Como secondo il tracciato che sarà condiviso con gli enti territoriali interessati nell’ambito del sistema viabilistico pedemontano, attraverso una nuova progettazione, da realizzarsi entro sei mesi, in accordo tra Regione, Cal e Pedemontana».

A quel punto Palazzo Cernezzi era in attesa di verificare modifiche agli atti regionali. Modifiche che, però, non sono arrivate. Questo vuol dire che il secondo lotto originario resta escluso, mentre compare nel documento quello fantasma Como-Orsenigo. Le ripercussioni, però, oltre che sulla tangenziale monca, investono anche i privati. Due i piani attuativi (Holcim e Argent) che prevedono la costruzione di residenze nella zona di Albate, che andrebbero in fumo. E i privati hanno già fatto filtrare all’amministrazione comunale che potrebbero avviare un’azione legale per chiedere il risarcimento dei danni, quantificati in circa 28 milioni di euro.

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