«Tangenziale gratis, manterrò l’impegno
Il ritardo? Non è colpa mia»

Intervista al presidente della Regione Roberto Maroni sulla tangenziale di Como

Aveva promesso ai comaschi che, da gennaio, i poco meno di tre chilometri del primo lotto della tangenziale sarebbero stati gratuiti. Ma per poter passare sul tratto “urbano”, senza quindi entrare o uscire dall’autostrada, si dovrà aspettare ancora. La nuova data per l’operatività della nuova società, Lombardia Mobilità, è quella di giugno. Entro la fine del mese, come ha detto il presidente della Regione Roberto Maroni, si potrà passare gratuitamente. I sei mesi persi? «Un grande rammarico - dice in estrema sintesi il governatore - ma la colpa non è nostra. Abbiamo sei mesi di ritardo dovuti alla richiesta di fallimento di Pedemontana, ma l’alternativa avrebbe potuto essere anche molto peggiore. Con il fallimento, infatti, il pedaggio sarebbe rimasto di certo».

Presidente Maroni, lei aveva promesso la gratuità della tangenziale, ma si dovrà aspettare ancora. Cosa dice ai comaschi?

Faccio presente il mio rammarico, ma questo slittamento non è dipeso da noi , ma la causa è la richiesta fallimento per la società Pedemontana avanzata il 28 giugno dalla Procura della Repubblica di Milano. Un’istanza che ha bloccato tutte le azioni che avremmo voluto e dovuto fare per ottenere il passaggio da Pedemontana ad Anas delle due tangenziali. Tutti passaggi già concordati con Governo e ministero delle Infrastrutture, ma dal 28 giugno si è bloccato tutto fino all’altro ieri, quando tribunale di Milano, anche se non ufficialmente, ha fatto sapere che dichiarerà che la società

non è fallita.

Questo dopo l’intervento di garanzia della Regione...

Esatto, soprattutto l’azione fatta con le banche che hanno deliberato in questi giorni il rinnovo del prestito ponte che scade a fine gennaio. Non faccio valutazioni sull’istanza di fallimento, che trovo comunque infondata: la società Pedemontana fallisce non perché adesso è in stato di insolvenza, ma perché lo sarà a gennaio. Per evitarlo abbiamo lavorato molto. Abbiamo perso sei mesi e questo ci impedisce di far partire l’operazione così come ipotizzata a marzo.

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