Tangenziale, il comitato
«Presa in giro»

Il portavoce del “No pedaggio”: «Spostare la gratuità di cinque anni non è accettabile per i comaschi». Dubbi anche sul completamento dell’opera: per i secondi lotti di Como e Varese servirebbe un miliardo di euro

Como

Il rinvio dell’abolizione del pedaggio sulla tangenziale di Como manda su tutte le furie il comitato “No pedaggio”, che da anni chiede che il primo lotto, lungo meno di tre chilometri, diventi percorribile gratuitamente.

Ieri è intervenuto il coordinatore del gruppo, che riunisce alcuni sindaci dei Comuni a ridosso dell’infrastruttura, il primo cittadino di Albese con Cassano Alberto Gaffuri. «Spostare in avanti cinque anni la gratuità del primo lotto - le sue parole - non solo significa prendere in giro tutti i comaschi che si sono fidati della promessa dell’ex presidente Maroni, ma anche mettere in dubbio il completamento del secondo lotto, in assenza del quale Como si ritroverebbe con una tangenziale monca, costosa e praticamente inutilizzata».

Per i secondi lotti di Como e Varese, come è emerso nei giorni scorsi a Montecitorio, durante l’audizione dei vertici di Cal e Pedemontana, servirebbe un investimento di un miliardo di euro. Cifra che la società non ha (nonostante le due tangenziali fossero inizialmente previste complete e prioritarie su tutto il resto dell’opera) e che, per questo, ha auspicato un finanziamento da parte del Governo. I secondi lotti vennero stralciati nel 2009 su richiesta di Regione Lombardia in quanto già allora non c’erano i fondi per poterne garantire la realizzazione.

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