Terapie intensive vuote in Lombardia per la prima volta dal 2020. Il ricordo di medici e infermieri nel podcast Apnea: «Pazienti intubati ovunque»

Una data da ricordare Dal 20 febbraio 2020 fino a oggi le terapie intensive lombarde hanno sempre avuto almeno un paziente. Oggi invece sono tutte vuote, a Como il reparto non ospita pazienti da mesi

Un venerdì 17 che porta buone notizie è una data da ricordare: oggi, per la prima volta dal 20 febbraio 2020, giorno in cui è stato scoperto a Codogno il cosiddetto Paziente 1, cioè il primo caso di Coronavirus italiano, in Lombardia nessun letto di terapia intensiva risulta occupato da pazienti Covid.

«Una splendida notizia - ha commentato l’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso - che tre anni fa sembrava impossibile da raggiungere». Esattamente tre anni fa negli ospedali lombardi c’erano 879 persone in terapia intensiva e 6.953 ricoverate negli altri reparti. A Como ormai da mesi il reparto di terapia intensiva è completamente vuoto: lo abbiamo visitato nel corso delle registrazioni per la realizzazione del podcast Apnea, una serie audio con i ricordi di medici, infermieri e pazienti per non dimenticare la pandemia.

Il senso di quel reparto vuoto lo si percepisce parlando con chi come Andrea Lombardo, responsabile del reparto di rianimazione e terapia intensiva dell’ospedale Sant’Anna di Como, ha visto quelle stanze piene di pazienti allo stremo, lì dove ogni giorno era un brulicare di corpi sfiniti dal covid, lì dove le voci di medici e infermieri erano costantemente sovrastate dal rumore dei monitor. Lombardo nella seconda puntata del podcast Apnea ha ricordato quei giorni con un racconto che ricorda un racconto di fantascienza: «Si entrava da una strada vuota, aprendo la porta della rianimazione invece si vedeva tantissima gente lavorare, un gran movimento, si sentivano tantissimi allarmi che suonavano, il reparto era pieno di dispositivi per il controllo dei pazienti. La cosa impressionante era vedere tutti quei letti pieni con i malati in posizione prona, per ovviare alla grave insufficienza respiratoria. I posti letti erano pieni anche in aree, come la terapia sub intensiva neurologica, che di solito non ospitano malati di questo tipo. Ovunque ci si girava c’erano pazienti intubati».

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Secondo Bertolaso, che con il governatore Attilio Fontana ha voluto ringraziare medici e sanitari per l’impegno di questi anni, il risultato che si celebra oggi in tutta la Regione «è sicuramente merito della campagna vaccinale che ci ha permesso di tornare alla vita» ma anche il segno «che sono migliorate le cure contro questo maledetto virus. La prossima fermata sarà la fine dei ricoveri negli ospedali per i malati di Covid».

La notizia arriva nel giorno che precede la ’Giornata per la commemorazione delle vittime del Covid’, istituita dal Parlamento per conservare la memoria di tutte le persone decedute a causa dell’epidemia. Una data non casuale, visto che il 18 marzo 2020 fecero il giro del mondo le immagini dei camion militari che uscivano da Bergamo trasportando le bare delle vittime.

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