Ticino al voto, alleanza antifrontalieri
Lega e Udc insieme dopo “bala i ratt”

BellinzonaLe due forze politiche presentano una lista comune per le elezioni del 7 aprile - Toni più moderati, ma la sostanza non cambia: «Ci rubano il futuro, riprendiamoci casa nostra»

«Ci rubano il futuro! Riprendiamoci le chiavi del Canton Ticino». Più elegante, almeno sulla carta, di “Bala i ratt”, lo slogan che accompagnò l’infausta campagna anti-frontalieri dell’autunno 2010, ma comunque dritto al cuore, pardon alla pancia degli elettori.

In ventiquattrore, l’Udc (sabato) e la Lega dei Ticinesi (ieri) hanno dato il “la” alla campagna elettorale in vista delle attesissime elezioni cantonali del 7 aprile. Alla fine i due partiti che negli anni hanno gareggiati a far maggiormente leva sui sentimenti anti-frontalieri (63.144 quelli oggi occupati in Ticino, 2.700 in meno rispetto a 12 mesi or sono), hanno stretto - pur tra mille diffidenze - l’agognato accordo elettorale, proponendo per il Governo cinque candidati di prim’ordine: Norman Gobbi, Claudio Zali e Daniele Caverzasio (Lega dei Ticinesi), Piero Marchesi e Roberta Soldati (Udc).

Da segnalare, per quanto concerne la Lega dei Ticinesi, il ritorno sulla scena politica di Attilio Bignasca, fratello del padre-padrone del partito di via Monte Boglia - Giuliano “Nano” Bignasca (scomparso nel marzo 2013) - e per 24 anni gran consigliere a Bellinzona. È stato proprio Piero Marchesi sabato a scaldare gli animi degli elettori in quota Udc. E senza troppi fronzoli quel “Ci rubano il futuro” non poteva che avere i frontalieri come oggetto, anzi soggetto nascosto della frase.

«I ticinesi sono in difficoltà a trovare un lavoro. Le famiglie ticinesi sono tartassate da tasse e balzelli. I giovani ticinesi sono costretti a emigrare oltralpe per avere un domani. Ci rubano il futuro! Riprendiamoci le chiavi del nostro Canton Ticino e torniamo a guardare al futuro con ottimismo», la frase postata da Marchesi - attuale presidente cantonale dell’Udc - su Facebook. A corredo del post, Marchesi ha anche pubblicato un dato che ben inquadra il clima che accompagnerà la campagna elettorale: nel 2009 i frontalieri erano solo 45mila, oggi sono 65mila (in realtà 63.144, come detto).

A stretto giro è arrivata anche la presa di posizione sull’argomento della Lega dei Ticinesi, che ieri per il via ufficiale alla campagna elettorale ha riunito 800 sostenitori al centro eventi di Pregassona (Lugano). “Più Ticino, più Svizzera”, lo slogan coniato da Lorenzo Quadri, che nelle ultime ore è tornato ad invocare il blocco dei ristorni come risposta al “no grazie” dell’Italia alla richiesta rossocrociata di ratificare e portare poi in Parlamento i nuovi accordi fiscali, sbloccando una situazione di stallo che dura dal 2015.

Daniele Caversazio, oggi capogruppo della Lega dei Ticinesi in Gran Consiglio, è stato sin troppo chiaro: «Dobbiamo mettere un freno al frontalierato e a chi assume manodopera a basso costo. Lo dobbiamo ai nostri giovani».

È toccato invece al sindaco di Lugano, Marco Borradori, chiarire il significato dell’alleanza con l’Udc: «Sarebbe stato uno sbaglio non concludere un accordo con chi ci è vicino su molti temi». Come a dire: per dare attuazione concreta alla parola d’ordine “Prima i nostri!”, meglio essere in due.

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