Traffico, così la città muore
L’assessore: «Mani legate»

Mantero: «Dobbiamo tenere fuori le auto dalla convalle».Binda: «Servirebbe un’area C». Bella: «Non ci sono le condizioni per farla»

Ci risiamo con la primavera, la Pasqua, le giornate di sole, i turisti, il traffico, le domeniche impossibili e l’inevitabile serpentone di auto in coda. Ne avremo almeno fino alla fine della bella stagione.

Un assaggio di quel che ci aspetta nei prossimi mesi sono i ponti primaverili: si comincia oggi, appunto con il lungo fine settimana pasquale, ma subito dopo ci sarà il 25 Aprile e la settimana successiva il 1º Maggio. E poi ancora, Ascensione e Pentecoste, festività che da sempre richiamano in città frotte di turisti stranieri e che di fatto aprono la stagione delle vacanze.

Meta turistica sempre più gettonata, la nostra città ha ampliato la ricettività alberghiera e offre oggi 700 appartamenti in locazione turistica o per affitti brevi sulle varie piattaforme tipo Airbnb.

Se tutto ciò da un lato porta ricchezza, dall’altro però si traduce in disagi per l’aumento esponenziale delle auto per strada, i cui numeri sono già ora insostenibili: chiedere a chi deve entrare in città alla mattina alle 8 passando da San Martino. O agli studenti che giungono da Blevio e Torno, e che hanno la giustifica permanente per entrare in classe in ritardo.

Tutto già visto e tutto sempre molto prevedibile, quasi che quelle code che saturano ogni segmento di strada che corre in convalle siano ineluttabili. Un destino amaro, a cui i comaschi si sono mestamente rassegnati.

«Scontiamo una mancanza di visione strategica che ci ha impedito di fare trent’anni fa quelle opere di cui ora abbiamo bisogno» riflette Moritz Mantero, candidato sindaco nel 1994. Già allora aveva individuato tra le priorità della città il problema dei trasporti. E proponeva soluzioni innovative, che altrove però sono state realizzate, come un tapis roulant per collegare la stazione San Giovanni e la città murata. «Anche un ovovia tra San Martino e Lipomo» ricorda. Opere irrealizzabili? «L’obiettivo era ed è quello di favorire la mobilità pedonale, e di tenere le auto fuori dalla convalle. Pensiamo alla lungimiranza di chi più di un secolo fa creò la funicolare per Brunate».

«Servirebbe avere il coraggio di creare un’area C anche a Como - è il parere di Nini Binda, ex assessore della giunta Botta - Bisogna trovare la soluzione per fermare le auto fuori dalla convalle, altrimenti non se ne esce più. Ma il piano del traffico è ancora quello di più vent’anni fa, e da allora non si è fatto più nulla». Binda, che ieri è intervenuto alla villa del Grumello nel convegno sulla mobilità, pensa che il futuro sia nell’elettrico: «Ma è paradossale che la città di Volta sia paralizzata dal traffico».

«Un’area C al momento a Como è irrealizzabile - taglia corto l’assessore alla mobilità Vincenzo Bella - Como non è una città di pianura come Milano e non ha tre livelli di circonvallazione. Non ha nemmeno una tangenziale».

Ma allora che cosa si può fare concretamente? «A breve affideremo lo studio per il piano urbano del traffico - risponde - e la delibera di indirizzo parla proprio di sgravare il traffico in convalle e di favorire la mobilità alternativa. Ma le soluzioni non possono essere univoche: vanno inserite nel contesto cittadino e armonizzate a tutto il resto. Di sicuro è obiettivo di questa amministrazione affrontare e cercare di risolvere il problema».

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