Troppo alto il costo della vita in Svizzera
Un ticinese su due fa la spesa a Como

Il 47,4% dei residenti oltre confine frequenta i supermercati comaschi. Colpa dei prezzi e di una crisi che spinge il 16% degli intervistati a cercare un secondo lavoro

In molti, nella vicina Confederazione, avevano bollato la spesa oltreconfine della presidente uscente Doris Leuthard (pizzicata in un supermercato di Varese) come un cattivo esempio di “attaccamento alla maglia”, considerato che in base all’ultimo dato disponibile gli svizzeri hanno fatto spese all’estero per quasi 11 miliardi di franchi.

Giorni di polemiche roventi in Svizzera e diverse forze politiche - in primis la Lega dei Ticinesi - sulle barricate. In realtà i dati, diffusi negli ultimi giorni e pubblicati da tio.ch (sondaggio a cura di comparis.ch), dimostrano ciò che già si sapeva e cioé che il 47,4% dei ticinesi - in pratica uno su due - si reca regolarmente in Italia per comperare ad esempio carne, frutta e verdura.

In fondo, basta dare un’occhiata alle targhe delle auto parcheggiate all’esterno degli ipermercati sparsi lungo la linea di confine per rendersi conto del fatto che il “pendolarismo della spesa” - sull’asse Canton Ticino-Italia - gode eccome di ottima salute.

Settimanalmente, fa notare tio.ch, «si spulciano volantini e offerte» alla ricerca del prezzo giusto. E così, via verso il Comasco per una spesa a “tutta convenienza”. Il sondaggio rivela che il fascino di supermercati e ipermercati è rimasto intalterato, ma anche i discount sembrano fare breccia nel vicino Cantone.

E sempre il sondaggio pone l’accento sul fatto che c’è anche chi è disposto a spacchettare la spesa in più tranche, pur di non rinunciare all’offerta del giorno o del momento. Insomma, il sabato o la domenica votati a...spingere il carrello nella vicina Italia sembrano andare ormai per la maggiore in Ticino, ma - a giudicare dalle targhe - anche in Canton Uri, sfruttando l’asse del Gottardo. E se la presidente della Confederazione, Doris Leuthard, si è affrettata a precisare che in fondo «50 euro spesi in Italia non sono un grosso problema per l’economia», dai dati sui rimborsi dell’Iva si nota come il «pendolarismo della spesa» sia in aumento non solo al confine con il Belpaese, ma anche con la Germania.

In Ticino, soprattutto per il ceto medio e medio-basso, le difficoltà si fanno sentire e così l’acquisto di carne, frutta, verdura e, ad esempio, affettati oltreconfine è ormai diventato un appuntamento settimanale irrinunciabile. Il problema lo ha ben inquadrato qualche tempo fa l’Associazione Consumatrici e Consumatori della Svizzera italiana: «Il Ticino è diventato un Cantone di prezzi alti e spesso ingiustificati. Bisogna ripartire dalla base, favorendo in primis affitti più bassi».

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