Un’occasione chiamata Cina
Giovedì alle Primavere
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Filippo Fasulo, direttore del Centro studi per le imprese, giovedì sera sarà al Teatro Sociale. Scenari e prospettive per le aziende italiane dall’apertura del mercato orientale. Le strategie di comunicazione

«Una volta colte, le opportunità si moltiplicano». È con questo aforisma che si presenta la Fondazione Italia Cina. La frase è di Sun Tzu, generale e filosofo cinese vissuto probabilmente tra il VI e il V secolo a.C., autore di uno dei più importanti trattati di strategia militare, “L’arte della guerra”.

Del resto, la Fondazione, costituita a Milano l’11 novembre 2003 da Cesare Romiti, è nata per «migliorare l’immagine e le modalità della presenza dell’Italia in Cina e per realizzare un suo diverso posizionamento strategico-commerciale», ossia per cogliere e moltiplicare le opportunità delle relazioni tra Italia e Cina.

In concreto l’ente, che è un’organizzazione senza scopo di lucro, valorizza la presenza degli imprenditori italiani in Cina ed è punto di riferimento anche per le imprese cinesi che hanno investito o sono interessate all’Italia.

Gli obiettivi vanno dall’agevolare scambi di persone, idee, capitali, beni e servizi tra Italia e Cina al migliorare la presenza dell’Italia in Cina e presso le istituzioni cinesi, dal sostenere un posizionamento strategico-commerciale alla promozione del Made in Italy, fino allo sviluppo di un ambiente più ricettivo per le imprese cinesi in Italia. Tra le numerose attività promosse, ricordiamo la Scuola di formazione permanente che propone corsi di lingua, corsi di cultura, corsi di formazione, al servizio di professionisti, lavoratori, imprese e anche per i semplici appassionati. Dal 2010, inoltre, la Fondazione ha costituito il Cesif, il Centro Studi per le imprese, oggi diretto da Filippo Fasulo che incontreremo giovedì 11 aprile alle 20.30 al Teatro Sociale di Como in occasione del prossimo appuntamento con Le Primavere.

L’ingresso è gratuito, ma occorre prenotarsi qui

Fasulo ci racconterà la Cina di oggi e dialogherà, insieme a Diego Minonzio, direttore de La Provincia, con Claudio De Conto, amministratore delegato di Artsana Group. Nell’ultima edizione del rapporto redatto dal Cesif “Cina. Edizione 2018. Scenari e prospettive per le imprese” vengono illustrate, ad esempio, le azioni base per le strategie digitali in Cina posto che «i canali digitali sono fondamentali per le imprese che abbiano come target i clienti cinesi».

E allora l’hosting del sito dovrà essere cinese perché così il sito si apre più rapidamente e perché «viene assicurata l’indicizzazione nei motori di ricerca locali; il sito web dovrà avere un layout responsive visto che il 90% degli accessi avviene da dispositivi mobile. Scordiamoci, poi, di poter applicare i nostri metri di giudizio e abitudini. Oltre che sciocco sarebbe anche dannoso (come insegna il caso dello “scivolone” di Dolce & Gabbana lo scorso novembre)». I contenuti, pertanto, dovranno essere allineati alla cultura locale, molto diversa dalla nostra e bisognerà studiare una traduzione del brand che sia efficace. I social network più popolari in Cina, inoltre, sono diversi da quelli occidentali ed è diverso anche il comportamento degli utenti. «In primo luogo - dice Fasulo - i cinesi verificano da più fonti e su social network diversi le informazioni a cui sono interessati. Specialmente se le loro ricerche sono finalizzate all’acquisto di un prodotto servizio».

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