Usura, le prove nascoste in Francia
La Finanza nella villa in Costa Azzurra

Fiamme gialle, magistrato e gendarmerie nella splendida dimora di Gabro Panfili

Dichiarava 32mila euro all’anno di pensione, ma poteva permettersi una villa in sasso con tanto di piscina, ampio terreno e vista mozzafiato, immersa negli ulivi e nelle foreste dell’entroterra della Costa Azzurra.

Blitz di finanza e Procura nella splendida villa di Gabro Panfili, il presunto usuraio comasco arrestato più di due mesi fa assieme a un paio di “soci” in affari: Paolo Barrasso e Giovanni Gregorio. Nei giorni scorsi gli uomini del nucleo di polizia economico finanziaria di Como e il pubblico ministero Pasquale Addesso, accompagnati dagli agenti della gendarmerie francese, hanno perquisito l’abitazione delle vacanze che Panfili era riuscito a fars a Tourrettes-sur-Loup, incantevole comune con villaggio medievale annesso a soli 25 chilometri da Nizza.

Documenti a cambiali

La perquisizione delle fiamme gialle avrebbe portato a due risultati. Il primo: sotto la piscina, ovvero negli anfratti dove si trovano i filtri e i macchinari per fa funzionare la vasca, è stata trovata diversa documentazione definita interessante dagli investigatori. In particolare gli inquirenti avrebbero trovato parte della documentazione che Gabro Panfili, saputo di essere finito nel mirino dei finanzieri, avrebbe fatto sparire (intercettato dalle cimici piazzate dalla magistratura nel negozio della moglie, in centro storico). Sarebbero spuntate cambiali, annotazioni, appunti che potrebbero dare un’ulteriore spinta all’inchiesta.

L’auto “rubata”

Il secondo: all’interno del box per le auto vi era una jeep, una Range Rover, di cui da un primo controllo sarebbe emersa una denuncia di furto risalente ad anni fa. Il sospetto è che Panfili abbia denunciato la sparizione della sua auto per riuscire a incassare i soldi dell’assicurazione, salvo invece trasferire l’auto in Costa Azzurra da utilizzare per gli spostamenti nei terreni di proprietà attorno alla villa.

Su questo secondo aspetto sono in corso accertamenti per comprendere se la denuncia di furto fosse stata o meno ritirata, nel frattempo, e se effettivamente il premio dell’assicurazione sia stato o no davvero incassato.

Dalla Francia gli inquirenti sono tornati con una mole di nuova documentazione legata all’indagine che, al momento, ha portato all’arresto di tre persone. Panfili, nei giorni successivi al blitz della Finanza, era riuscito - tramite ai suoi legali - a ottenere l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare, per un vizio procedurale. Ma il suo ritorno in libertà è durato il tempo di una notte, poi la Procura ha chiesto e ottenuto un nuovo provvedimento e da allora Panfili si ritrova in cella, con il Riesame che ha nel frattempo respinto una seconda istanza volta a cancellare gli effetti dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Nelle scorse settimane la Procura aveva ottenuto il sequestro preventivo di beni mobili e immobili per svariate centinaia di migliaia di euro riconducibili a Paolo Barrasso, Giovanni Gregorio e Gabro Panfil. Erano finiti nella rete della magistratura immobili a Como, Alzate Brianza, Cadorago, Capiago Intimiano, Inverigo e Schignano oltre ad altri beni dell’importo di 411mila euro per Barrasso, di 200mila per Gregorio e di 93.600 euro per Panfili.

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