Vaccinazioni, Como è un caso nazionale
No vax: «Quel cartello è una vergogna»

Duri attacchi e insulti sui social alla campagna dell’Ordine dei medici lariano. La replica del presidente Spata: «Ci si deve vaccinare per sé ma anche per gli altri»

La campagna pro vaccinazione dell’Ordine dei Medici di Como ha scatenato la reazione dei no vax. Su Facebook, Stefano D’Eliseo, del Comitato genitori no obbligo vaccini della Lombardia, parla di “indecenza” e scrive che «questa azione ha un solo nome, si chiama discriminazione. Con l’aggravante che qui c’è di mezzo un minore. E poi dobbiamo essere noi a fare passi indietro? Non avete proprio capito nulla, siete solo una vergogna!».

Sempre D’Eliseo, chiede che le immagini siano divulgate «ovunque, sotto ai profili di tutti coloro che in questo momento stanno partecipando alle audizioni, al presidente della Commissione Igiene e Sanità Paolo Sileri, al Ministero della Salute e alla Grillo, ai Ministri Di Maio e Salvini… Per far comprendere dove siamo arrivati». Commentii, per lo più insulti e farneticazioni come «il virus del morbillo non esiste», sono piovuti anche sulla pagina dell’Ordine di Como.

Oggetto del contendere? Sui cartelloni campeggia una bambina, sopra la testa la scritta “Isolata…o vaccinata” e sotto “Vaccinazione, meglio per te, meglio per gli altri. Ascolta il tuo medico”. Come spiegato, in occasione della presentazione della campagna, la frase “isolato o vaccinato” riassume le motivazioni che devono spingere a vaccinarsi e vaccinare i propri figli. «Farlo significa tutelare se stessi e tutelare gli altri, poter vivere nella comunità senza timori per la propria salute né per quella altrui. La seconda frase “meglio per te, meglio per gli altri” chiarisce proprio questo concetto».

«Un doveroso gesto di solidarietà nei confronti dei bambini, che perché troppo piccoli o malati, non possono essere vaccinati» aveva detto Daniele Lietti, già primario di Pediatria al Valduce. «Non ho altro da aggiungere - commenta Gianluigi Spata, presidente Omceo Como e presidente della Federazione regionale degli Ordini dei Medici - Ognuno la può pensare come vuole. Noi medici ribadiamo la necessità e l’importanza della vaccinazione e sottolineiamo come vaccinarsi lo si debba fare per sé e per gli altri. Questo è il messaggio che deve passare. La pratica vaccinale è per il bene comune, a tutela anche di coloro che non possono vaccinarsi perché affetti da patologie che controindicano la vaccinazione».

«Come al solito la vicenda è paradossale e dimostra quanta ignoranza ci sia. Oramai siamo tutti tuttologi» sottolinea Manuela Ratti, mamma di un bimbo di otto anni, che ha subito il trapianto di fegato quando aveva 8 mesi e che per questo le vaccinazioni non le può fare. «Noi siamo quelli che ci dobbiamo isolare per non rischiare la malattia - osserva - Loro invece, loro che sono contrari ai vaccini, possono scegliere e purtroppo scelgono anche per noi. Mio padre è diventato poliomelitico perché non esisteva il vaccino. Le complicanze del morbillo sono realtà, non fantasia. Siamo davvero consapevoli di quello di cui si sta parlando?».

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