Vaccini, medici e farmacisti non in regola
Inviate quasi 500 mail di accertamento

Gli Ordini professionali chiedono chiarimenti a chi non ha fatto la terza dose Spata: «Hanno 5 giorni per rispondere. I no vax? Saranno poche unità»

Impennata di nuovi accertamenti sui sanitari comaschi non vaccinati, 360 solo tra i medici, oltre un centinaio tra i farmacisti.

Da dicembre il controllo dell’obbligo vaccinale per i camici bianchi è passato direttamente in capo agli ordini professionali e ai datori di lavoro. Già prima di Natale, con la nuova stretta sulla terza dose, gli atti trasmessi dall’Ats Insubria erano aumentati, oltre un migliaio, di cui circa la metà nel Comasco, con 14 sospensioni confermate nell’Asst Lariana e quattro nella stessa Agenzia per la tutela della salute.

Le lettere

Con il nuovo obbligo comprendente anche la dose booster come detto gli accertamenti sono davvero esplosi, anche durante il periodo festivo. All’ordine dei medici di Como risultano più di 360 pec inviate, oltre un centinaio all’ordine dei farmacisti.

«Ma sono numeri fuorvianti, non sono reali sospensioni – spiega Gianluigi Spata , presidente dell’ordine dei medici di Como – al nostro ordine una piattaforma informatica trasmette settimanalmente l’elenco dei colleghi vaccinati e non ancora vaccinati, terza dose compresa. Noi scriviamo una pec ai professionisti scoperti ed è molto importante che rispondano entro cinque giorni, allegando esenzioni, prenotazioni già fissate o eventuali motivi specifici da valutare. Le segnalazioni nelle ultime settimane sono sì aumentate tantissimo, vedremo però nei prossimi giorni quanti davvero sono convinti no vax. Sono sicuro si tratti in realtà di poche unità».

Conclusi gli accertamenti per il primo obbligo vaccinale, cioè le due dosi, i medici sospesi nel Comasco sono risultati 32, ora scesi a 25 dopo alcuni ripensamenti. I farmacisti sospesi solo invece sette. Questi provvedimenti sono ancora in vigore. «Al nostro ordine sono arrivati più di un centinaio di accertamenti da eseguire sotto Natale – dice Giuseppe De Filippis , il presidente dei farmacisti comaschi – ma erano colleghi inseriti tra gli inadempienti quasi tutti per errore dal sistema informatico. In realtà non potevano ancora prenotare la terza dose, a ridosso dei cinque mesi dalla seconda vaccinazione già inoculata. Sono tutte posizioni che sono rientrate nella normalità non senza qualche difficoltà». Gli infermieri comaschi sospesi dopo la seconda dose erano una cinquantina. A sindacati e datori di lavoro in questi giorni risultano diversi sanitari non in regola con turni saltati e orari non coperti. Succede per esempio nelle Rsa. Quanto a Valduce e Villa Aprica per mesi hanno atteso gli elenchi dei non vaccinati dall’Ats Insubria. Elenchi che sono poi arrivati: sono risultati quattro i sospesi a Villa Aprica, tutti infermieri ed altrettanti al Valduce, di cui in realtà uno si è fatto vaccinare di recente e due hanno preso una lunga aspettativa.

Si ricorda che l’obbligo coinvolge libero professionisti, strutture socio sanitarie, sono compresi anche per esempio dentisti, psicologi, parafarmacisti o gli operatori a contatto con gli anziani delle case di riposo.

Requisito per le Rsa

La vaccinazione costituisce un requisito essenziale per l’esercizio della professione sanitaria, pena restare a casa senza stipendio o venire demansionati ove possibile ad incarichi lontani dal pubblico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA