Viadotto, la giunta Lucini schiera i legali
E attacca Landriscina: «Noi danneggiati»

Gli ex assessori replicano all’accusa di non aver disposto i lavori necessari sul ponte. «Nessuna responsabilità dell’esecutivo, valutiamo azioni a tutela della nostra immagine»

Viadotto dei lavatoi, atto secondo. I componenti della giunta di Mario Lucini rispondono per le rime - schierando gli avvocati - alle contestazioni mosse dalla responsabile dell’Ufficio legale del Comune, Maria Antonietta Marciano, a fine novembre. Come aveva anticipato l’assessore Vincenzo Bella, l’amministrazione guidata da Mario Landriscina si è decisa a chiamare in causa i precedenti amministratori - accusati di non aver disposto alcuni interventi sul ponte - e ad annunciare una richiesta di risarcimento danni. Marciano, citando una relazione del 2009 in cui si rilevava «la necessità» di alcune operazioni sui giunti strutturali del viadotto e sugli «apparecchi di appoggio», contestava a nome di Palazzo Cernezzi «la responsabilità per i danni» passati e futuri legati alla «mancata assunzione di provvedimenti». La lettera preannunciava «una puntuale contestazione del danno procurato», una volta definiti nel dettaglio i lavori da eseguire per mettere in sicurezza il ponte (verranno effettuati come noto nei prossimi mesi). La reazione di Lucini e degli ex assessori (non solo di centrosinistra, il Comune ha scritto a tutti quelli che hanno fatto parte di una giunta dal 2009 in poi) era arrivata subito: stupore e rabbia. Ora la battaglia si sposta sul piano legale, visto che in Comune sono state recapitate lettere a nome di Lucini e degli ex assessori Lorenzo Spallino, Bruno Magatti, Daniela Gerosa, Luigi Cavadini, Paolo Frisoni, Silvia Magni, Savina Marelli e, da un legale differente, per conto di altri due ex assessori, Giulia Pusterla e Gisella Introzzi.

Simili i contenuti dei documenti. I legali «contestano la sussistenza di qualsiasi responsabilità a loro carico» poiché i fatti «non rientrano, a quanto è possibile intendere dalla generica illustrazione contenuta nella nota, nel potere, nelle competenze e nelle funzioni dell’organo di governo». La relazione che avrebbe dovuto spingere la giunta a disporre i lavori sul viadotto «non risulta nota agli assessori» e «non sono indicati gli atti» che non sarebbero stati «posti in essere». Il passaggio più duro è quello conclusivo: parlando della lettera ricevuta dal Comune «e delle dichiarazioni rese sul tema dall’assessore Bella in consiglio comunale il 27 novembre», il legale nota che «sono prospettabili profili di responsabilità in termini di danno d’immagine dei miei assistiti, danni per il quale gli stessi si riservano di agire nelle competenti sedi giudiziarie».

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