Villa Geno, chi l’ha più vista?
Il giallo della scultura scomparsa

Da settembre non c’è più traccia dell’opera di Carmen Molteni. Denuncia ai carabinieri, non è chiaro chi l’abbia rimossa dal giardino

COMO Nel giardino di Villa Geno c’era una volta una scultura. E adesso non c’è più. Sparita nel nulla, volatilizzata come un foglio di carta. Soltanto che non era un foglio di carta ma una lastra in ferro alta due metri con una catena lunga cinque e due busti di donna in alluminio. Un’opera pesante qualche decina di chili, per capirci, che non si può nascondere nel trolley delle vacanze.

A segnalare la vicenda è proprio l’artista che l’ha realizzata, Carmen Molteni di Como, che nel 2002 – per l’appunto – aveva installato l’opera nel giardino di Villa Geno, di proprietà del Comune ma gestita in quell’anno dalla società Cabella. Scultura che veniva di volta in volta passata in comodato alle società che gestivano la villa. «Periodicamente, nell’arco di tutti questi anni, ho verificato le condizioni della scultura, intervenendo con la manutenzione quando si rendeva necessaria» spiega.

La scoperta

Nel settembre scorso l’incredibile scoperta. «Mi avevano detto che Villa Geno, dopo un periodo di chiusura, sarebbe stata data in gestione a una nuova società e così mi sono presentata sul posto per prendere contatto con il nuovo gestore».

Ma la scultura non c’era più. Addio scultura e l’attuale quanto il precedente inquilino di Villa Geno all’oscuro di tutto. «Il gestore - racconta Carmen Molteni nella denuncia ai carabinieri presentata nei giorni scorsi - mi ha spiegato che era stata prelevata da personale del Comune per metterla all’interno di una scuola». Fin troppo facile controllare. Del resto l’assessore alla cultura Luigi Cavadini ha negato la circostanza: il Comune non ha mai assunto alcun impegno relativo all’opera e meno che mai ora i propri addetti hanno provveduto a spostare la scultura. «Mi ha riferito – si legge ancora nella denuncia – che nessuno del personale del Comune era stato incaricato per il ritiro della scultura».

Blitz con un furgone

La conclusione è ovvia: «Pertanto posso concludere che malfattori l’abbiano asportata in data imprecisata». Con tanto di furgone, visto il peso del manufatto. Magari approfittando dei mesi in cui la Villa è rimasta abbandonata, nella fase cioè di transizione da una gestione all’altra. Che ne sia della scultura resta un mistero buffo. E lo diventa ancora di più se si pensa che era stata profeticamente intitolata “Verso la libertà”. Quando si dice che gli artisti vedono lontano.n 

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