Villa Olmo, le magie di De Benedetto
«Fatti sparire gli incassi del ristorante»

Procura e finanza accusano: occultati i proventi di agosto e settembre di Lake Heart. I commercialisti aprono una procedura disciplinare. I giudici del riesame: «Spregiudicato»

Capìta la malparata, Bruno De Benedetto avrebbe cercato di mettere al sicuro i propri averi. Ad esempio gli incassi e i corrispettivi guadagnati nei mesi di agosto e settembre dal ristorante Lake Heart, al secolo La Spiaggia di Villa Olmo, quello che per otto anni le società di De Benedetto hanno gestito grazie alle turbative d’asta. A dirlo sono Procura di Como e giudici del Tribunale del Riesame, che contestano al commercialista di via Giulini - tuttora in carcere, in attesa di un braccialetto elettronico che gli consenta di tornare a casa - di aver occultato non meno di trentamila euro, provenienti proprio dagli incassi del ristorante.

Mentre il gip di Como firmava la concessione degli arresti domiciliari al professionista arrestato due mesi fa, nell’ambito di una maxi inchiesta su bancarotte, turbative d’asta, distrazioni di fondi, rapporti con ambienti pericolosamente vicini ai clan, il Tribunale del Riesame di Milano rendeva note le motivazioni con cui aveva rigettato il ricorso dei legali di De Benedetto contro la sua carcerazione.

Un’ordinanza particolarmente dura nei confronti del commercialista, che secondo i giudici «ha dimostrato pervicacia e spregiudicatezza» nonché «totale indifferenza rispetto alle determinazioni della pubblica autorità e la refrattarietà ad operare secondo regole di trasparenza e di leale collaborazione con le figure istituzionali preposte alla tutela di interessi pubblici». Un uomo, De Benedetto, «impegnato a manovrare una pluralità di soggetti prestanome, con cui ha partecipato a procedure ad evidenza pubblica ancora pendenti».

Tra questi «prestanome» i giudici del Riesame citano l’ex presidente di Spt Holding Gianandrea Gandola, che da quanto sarebbe emerso dall’inchiesta del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Como sarebbe stato indicato proprio da De Benedetto come il potenziale acquirente dell’immobile che ospitava Pane & Tulipani, il ristorante di via Lambertenghi fallito. Di quella bancarotta è accusato proprio De Benedetto, a cui la Procura contesta non solo il tentativo di sottrarre l’immobile ai creditori della società, ma anche altre distrazioni - decisamente di minore gravità - come alcune cantinette per vini trasferite in altri due locali gestiti dal fiscalista in centro (il Pinzimonio e il Comacino).

© RIPRODUZIONE RISERVATA