Weekend blindato con le nuove regole
Visite a parenti vietate anche nel Comune

Scatta la stretta. Nei negozi accesso soltanto a una persona per famiglia. Aree gioco chiuse e non si può andare nelle seconde case

Dopo i fine settimana in “giallo” con la città e il lago presi d’assalto, oggi e domani sarà il primo week con i contagi in crescita consistente e con le misure da zona “arancione rafforzato”.

Rispetto a soli sette giorni fa le limitazioni sono decisamente più pesanti. Innanzitutto sul fronte degli spostamenti: non si può uscire dal proprio Comune di residenza se non per motivi di lavoro, salute e necessità (qui rientra, ad esempio, la possibilità di andare in quelli confinanti se nel proprio non c’è quello di cui si ha bisogno o, nel punto vendita vicino, la spesa è più conveniente). Unica deroga in vigore è quella per i piccoli Comuni fino a 5mila abitanti i cui abitanti possono spostarsi nel raggio di 30 chilometri (esclusi i capoluoghi di provincia, da cui si può, nel caso, solo transitare ma senza fermarsi).

Attenzione agli spostamenti

Ovunque, però, non è possibile andare a trovare parenti e amici. Caduta anche la regola che da prima di Natale aveva consentito, a prescindere dalla situazione di rischio, di andare in un’abitazione privata una volta al giorno (al massimo in due persone). L’ordinanza firmata dal governatore della Lombardia Attilio Fontana prevede infatti che «non sono consentiti gli spostamenti verso le abitazioni private abitate ubicate nel territorio regionale, fatti salvi gli spostamenti motivati da comprovate e gravi situazioni di necessità».

Questo significa che se si deve assistere un parente o un amico invalido o che non può fare la spesa o ancora che ha problemi di salute è possibile andare in un’abitazione privata. Se, invece, si vuole andare per un caffé, un saluto, il pranzo o qualsiasi altra motivazione non grave, non è consentito. Nemmeno nello stesso Comune e, in questo caso, anche la deroga dei 30 km per i Comuni più piccoli non può essere utilizzata per far visita a parenti e amici. Sempre in tema di spostamenti non è più consentito andare nelle seconde case, ovunque si trovino.

Niente pranzi al ristorante o caffé seduti al bar: possibili solo asporto (fino alle 22 per i primi e alle 18 per i secondi) o consegna a domicilio. Chiuse, nei parchi, le aree gioco per bambini e quelle sportive. E attenzione anche agli acquisti: l’ordinanza regionale prevede infatti che possa entrare nell’esercizio commerciale soltanto una persona per nucleo familiare (si possono però portare minori o accompagnare anziani e disabili). E da lunedì si apre un’intera settimana di scuole chiuse con didattica a distanza, dagli asili all’università, con la sola eccezione dei nidi, che possono restate aperti.

E dalle 14 alle 20, oggi e domani sensi unici pedonali in città murata e sul lungolago oltre alla chiusura della diga foranea.

«Non c’è tempo da perdere»

Ieri la Lombardia, secondo le valutazioni dei tecnici del ministero della Salute, è stata confermata in zona arancione, ma con misure più restrittive prese dal presidente Fontana.

«L’organismo ministeriale - ha detto - ha però raccomandato alle regioni dove l’incidenza settimanale superi la soglia di 250 casi per 100mila abitanti, come la nostra, di adottare il massimo livello di mitigazione. Un’iniziativa da me già adottata con la decisione di rafforzare la zona arancione, inserendo oltre alla chiusura delle scuole anche altre restrizioni, come le visite a parenti e amici e lo spostamento verso le seconde case e le situazioni che generano rischi di assembramento. Con la presenza di varianti non c’è tempo da perdere. Occorre agire rapidamente. Mi auguro che queste restrizioni possano essere sufficienti per rallentare e frenare la corsa dei contagi, allontanando il rischio della zona rossa».

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