Cultura e Spettacoli
Giovedì 07 Gennaio 2010
Tra Dio e gli imperatori
i 1000 anni di S. Abbondio
Una studiosa ha ricostruito il profilo del monastero benedettino comasco, nei primi 200 anni della sua vita, tra XI e XIII secolo. Molte le sorprese, come la vendita di terreni comaschi "per l'anima dell'imperatore" Lotario...
Le carte del Monastero di Sant’Abbondio sono ancora oggi uno strumento fondamentale per la conoscenza del territorio lariano: l’occasione per riparlarne è fornita dall’imminente celebrazione del millenario di fondazione del chiostro. Secondo una tradizione, avvalorata da Primo Luigi Tatti e sostenuta negli "Annali Sacri della Città di Como" (1683), la sua istituzione risalirebbe al 1010: ma nel testo edito dal Tatti non è comunque riportata alcuna data, nemmeno quella del 1010; anche se si fa riferimento ai primi tre anni dell’episcopato di Alberico e una tradizione fa iniziare al 1007 la sua attività di vescovo, manca ogni riferimento certo sulla data di fondazione del monastero.
Senonché il documento ricopiato dallo storico comasco non fu più reperito e già nel 1767 Paolo Paruta e Ottavio Maurelli lo considerarono perduto. In ogni caso il primo documento che parla del monastero ancora oggi esistente venne riconosciuto dall’archivista e studiosa lariana Magda Noseda tra le carte dell’Archivio Storico della Diocesi di Como, in una raccolta ottocentesca: Don Saverio Xeres sembra abbia detto per l’occasione: «Signora Noseda, le faremo una lapide». Si tratta del documento più importante che reca la data: Aquileia 5 agosto 1013. I vescovi sottoposti al patriarcato friulano riuniti a sinodo, approvano e sottoscrivono con firma autografa la conferma della costituzione della comunità monastica di Sant’Abbondio e la donazione effettuata in suo favore. Nello stesso anno a Pavia, re Enrico II, su richiesta dello stesso vescovo Alberico prende sotto la sua protezione il monastero e conferma tutte le donazioni precedenti. Ora Liliana Martinelli Perelli pubblica nella collana di "Documenti di storia lombarda (secoli X-XV" dell’editore milanese Unicopli una raccolta di documenti dedicata alle "Carte del Monastero di Sant’Abbondio di Como dalla fondazione al 1200". Si tratta di una silloge di ben 298 pergamene che mostrano in maniera impressionante l’importanza di questo chiostro nella storia non soltanto religiosa, ma anche economica e sociale della Diocesi: infatti si tratta di Como, di gran parte del lago e dei suoi immediati dintorni, ma soprattutto della Valtellina ed in particolare del Terziere di Mezzo, con gran copia di carte relative al Comune di Tresivio: in quel tempo molto più grande di quello attuale e comprendente anche Montagna e Spriana, Pendolasco poi Poggiridenti e l’antica Tresivio al Piano, oggi Piateda.
Malgrado le donazioni iniziali da parte del Vescovo di Como, i rapporti con il Monastero non sono sempre stati idilliaci: come ha mostrato la storica Livia Fasola in una monografia del 1984 si ebbero scontri innumerevoli, non solo sulla conferma vescovile della nomina dell’abate di Sant’Abbondio, ma anche contese di carattere patrimoniale e su beni immobili. Un documento del maggio 1098 è una delle prime spie di questi conflitti: Ugo del fu Raimondo da Como dona alla chiesa di Santa Maria di Tresivio la parte a lui spettante di una casa situata nel "castrum" medesimo; riservandosi tuttavia il diritto di rientrarne in possesso nell’eventualità di sottrazione da parte del vescovo di Como o dell’abate di Sant’Abbondio.
Un’altra pergamena singolare è quella del luglio 1133, datata Intimiano, l’unica località della Diocesi di Milano nell’attuale Provincia di Como, in cui siano stati rogati atti citati nel libro: qui Arnaldo figlio di Ascandrio ottiene dal giudice e messo dell’imperatore Lotario la licenza di vendere alcuni diritti su appezzamenti di terra in Grandate "pro anima Imperatoris": dove si noti la singolarità di vendere a favore dell’anima dell’imperatore.
Dagli atti, soprattutto "cartule venditionis" (atti di compravendita) e brevi contenenti donazioni, emergono anche dati rilevanti sulla storia economica del Comasco, tra l’XI e il XIII secolo: con una fiorente attività di controllo sulle acque effettuata dai mulini; l’esistenza di diritti di torchio sulle vigne del monastero attestata nel marzo del 1109; la proibizione del pascolo estivo nella concessione di un prato del novembre 1081 o 1082 a Rodolfo di Bormio sul Monte San Martino, nei pressi di Tirano; la diffusione di contratti di miglioria come il "massaricio"; l’utilizzo e l’adattamento di forme e figure istituzionali del diritto longobardo, anche tra chi osserva la "legge romana": con la ricorrenza degli istituti del "mundoaldo", del "launechildo", della "guadia": forme antiche di tutela della vedova, di scambio di un oggetto in presenza di una donazione, di una garanzia, soprattutto nel caso di alienazione di diritti. Le carte di Sant’Abbondio, sono quasi tutte conservate nei fondi per pergamene degli Archivi di Stato di Milano e di Torino; qualche documento di rilievo si trova anche nel fondo Carlo Morbio della Biblioteca Universitaria di Halle: i primi documenti pervennero negli archivi a causa delle soppressoni monastiche settecentesche; le carte conservate in Germania vennero vendute all’asta a Lipsia il 24 giugno del 1889. Ancora a Halle si trova infatti, tra l’altro l’originale del Decreto dato a Milano da Papa Urbano II il 16 maggio 1095, che concede la benedizione apostolica e conferma i possessi del Monastero di Sant’Abbondio. Sempre nella Biblioteca Universitaria di Halle è conservata la copia di una conferma di possessi del monastero di Sant’Abbondio sulle chiese di Santa Tecla e di San Giovanni di Torno: data da Papa Celestino III in Laterano il 19 aprile 1194. La raccolta di carte è stata curata da Liliana Martinelli Perelli con grande precisione e notevole diligenza: con cura delle trascrizioni, nitide note storiche, diplomatiche e paleografiche, abilità a districarsi nelle complesse questioni della datazione dei documenti in base all’uso locale delle diverse indizioni. Perciò sorprende una lacuna in questo pregevole volume di 440 pagine: l’assenza degli apparati. Se forse indici analitici avrebbero richiesto non meno di altre 100-120 pagine, è stata omessa anche l’avvertenza bibliografica, per cui non sono rintracciabili i riferimenti ai testi citati. Allo stato questa omissione appare inspiegabile e forse è stata una scelta della casa editrice. Se così è, l’augurio è che l’editore provveda a pubblicare un’integrazione.
«Carte del Monastero di S. Abbondio di Como. Dalla fondazione all’anno 1200», Edizioni Unicopli. Milano. Pagine VI-440. € 25.00.
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