Cultura e Spettacoli / Erba
Lunedì 28 Giugno 2010
Dado, Rosario e Joe
Il trio Moroni a Orsenigo
La rassegna "Lario Jazz" porta in piazza tre dei migliori jazzisti della scena musicale internazionale
Siete “nati sul palco”?
Per certi versi sì, perché è stato solo dopo il concerto a Umbria Jazz che ci è stato chiesto dai discografici dell'Egea di realizzare anche un album che uscirà in settembre. Si intitolerà Stepping on stars come una delle composizioni del vibrafonista, Joe Locke, che lo compongono oltre a due del pianista Dado Moroni e a una mia.
In questo caso non è sbagliato parlare di composizioni, nel senso classico del termine.
Infatti ci definiamo un trio “cameristico”, come una piccola formazione di “musica seria” anche se queste distinzioni oggi non hanno più molto senso e, naturalmente, c'è tantissimo spazio per l'improvvisazione. Però non c'è un leader vero e proprio, siamo tutti leader e non lo è nessuno, è un approccio molto interessante. Io avevo già suonato con Dado, che conosco da cinque anni mentre la mia prima collaborazione con Joe risale almeno a una dozzina d'anni fa.
Si sono conosciuti lavorando a un mio progetto, è stato tutto molto spontaneo.
Nel suo piccolo, «Lario jazz» è arrivato all'ottava edizione. Com'è lo stato di salute di questa musica in un momento certo non felice per la cultura?
Nonostante i tagli vergognosi, il jazz ce la fa, continua a esistere orgogliosamente indipendente, senza bisogno di grandi sostegni. È vero: qualche manifestazione non c'è più, ma ne nascono di nuove. Anche dal punto di vista discografico la situazione è differente.
Alessio Brunialti
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