Cultura e Spettacoli
Sabato 21 Agosto 2010
Gaglianone: "In Italia aria di violenza
Basta poco per farla esplodere"
Il regista di "Pietro", in questi giorni nelle sale: "La violenza c'è sempre stata, la differenza è che ora, in un momento difficile, si risponde alla complessità delle cose con la semplificazione. A tutti i livelli. C'è uno scadimento delle relazioni nella società"
Com'è nato il film?
L'idea è di tre anni fa. Ero furente. Le cose dopo "Nemmeno il destino" non andavano per il verso giusto. Avevo vinto al festival di Rotterdam, Agnès Varda mi aveva fatto i complimenti e sui giornali italiani non era uscito nulla! Sentivo di non riuscire a trovare spazio. Mi è venuta questa storia molto dura, una risposta a chi diceva che dovrei essere meno radicale. Subito mi sono accorto che non c'era spazio per questo film, i produttori non volevano neppure leggerlo!
Le cose sono cambiate…
Grazie al documentario "Rata nece biti" che ho fatto in Bosnia ed era stato a Locarno ho ritrovato l'entusiasmo. Per fortuna in tutto questo tempo ho sempre avuto chi mi incoraggiava. Ho provato a fare il film con il minimo indispensabile, con un gruppo di persone in cui tutti hanno messo qualcosa.
E gli attori?
Per i ruoli principali ho pensato subito a loro tre. Il titolo "Pietro" era provvisorio pensando a lui e poi è rimasto. Nonostante la durezza della storia ci siamo divertiti, c'era complicità. Avendo pochi soldi dovevamo girare in poco tempo, 12 giorni in tutto, così abbiamo provato a lungo e siamo arrivati pronti sul set.
La violenza del film è anche la violenza della società?
Il mondo non è come lo si vede nel mio film, però c'è anche un mondo che è così. Ci sono persone con la visione del mondo cinica di Nikiniki e altre che la devono subire. Il film è solidale con Pietro: lo sguardo del film coincide con quello del protagonista, fragile, semplice e gentile. Però vive in un mondo dove non c'è spazio per questo modo di sentire. Se si vuole vedere nel film un'eco di ciò che accade nella società, facciamolo. Del resto pochi giorni fa uno ha ucciso una passante perché era stato lasciato dalla fidanzata. La violenza c'è sempre stata, la differenza è che ora, in un momento difficile, si risponde alla complessità delle cose con la semplificazione. A tutti i livelli. C'è uno scadimento delle relazioni nella società. E un'aria che circola che ti dice che certe cose le puoi pensare, le puoi fare. C'è in Italia una violenza, anche verbale, diffusa e basta poco a far degenerare le situazioni.
In fondo giovani come Pietro se ne possono incontrare nelle strade.
Sì, conosco diverse persone invisibili, simili a Pietro. Non hanno voce in capitolo su nulla e non pensano di poterla avere. Distribuire volantini è un lavoro effimero per eccellenza. È il simbolo della nostra solitudine. Alla fine per dire “ci sono anch'io” deve fare quello che fa. Non lo giudico, mi pongo delle domande: per poter essere una persona devo restituire la violenza che subisco? Alla fine siamo con lui perché reagisce ma ci fa paura la ferocia delle sue azioni.
Nicola Falcinella
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