Sulle note dei finalisti
ultime battute del concorso

I concorrenti delle sezioni Classica e Romantica si sono esibiti al Fumagalli di Vighizzolo, a tarda serata la premiazione

<!-- /* Style Definitions */ p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal {mso-style-parent:""; margin:0cm; margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:12.0pt; font-family:"Times New Roman"; mso-fareast-font-family:"Times New Roman";} @page Section1 {size:595.3pt 841.9pt; margin:70.85pt 2.0cm 2.0cm 2.0cm; mso-header-margin:35.4pt; mso-footer-margin:35.4pt; mso-paper-source:0;} div.Section1 {page:Section1;} --> Nel tardo pomeriggio di domenica 22 maggio, al Teatro Fumagalli di Vighizzolo, hanno avuto luogo le finali dei Concerti Classici nell'ambito del Concorso Internazionale per Pianoforte e Orchestra "Città di Cantù".
In apertura si è esibita la pianista svizzera Aglaia Graf che ha interpretato il Concerto in la maggiore, K. 414 di Mozart. Concepito in uno stile particolarmente brillante, il concerto ha il suo punto di forza nell'Andante cantabile. Aglaia ha fornito un'esecuzione complessivamente valida e pertinente, disimpegnandosi egregiamente tanto nei passaggi tecnicamente difficoltosi quanto in quelli più cantabili e melodici.
Successivamente Scipione Sangiovanni, unico italiano in finale, ha suonato il Concerto n. 1 in do maggiore, op. 15 di Beethoven. La composizione, che si ammira per l'eleganza dello strumentale e la scorrevolezza della tecnica pianistica, risente l'influsso di Haydn e di Mozart. L'interpretazione di Scipione Sangiovanni ci è parsa piuttosto apocrifa, né mozartiana né beethoveniana (anche se in nuce sono contenuti alcuni aspetti peculiari del genio di Bonn). Nell'amabile Largo avremmo preferito un tocco più adamantino, trasparente e perlaceo. La sua esecuzione non ci ha sempre convinto.
Ha concluso la performance dei Concerti classici il giapponese Takashi Sato che ha interpretato il Concerto in sol maggiore K. 453 di Mozart. Particolarmente affascinante l'originale costruzione armonica del primo movimento, l'eccezionale intensità emotiva e drammatica del secondo e la calibratissima struttura del terzo tempo, organizzato per la prima volta in Mozart come una serie di variazioni, nelle quali si uniscono i principi di equilibrio della Forma-Sonata con lo stile trascinante e teatralmente incisivo dell'opera buffa. Gran parte del concerto si svolge su un piano abbastanza intimo e contenuto.
Takashi si è rivelato solido sia sul piano tecnico sia espressivo. Buono il volume di suono, pulizia nei dettagli e articolazione sempre precisa. Essenziale l'approccio alla partitura. Un artista di talento che ci ha favorevolmente impressionato per la tecnica cristallina e la purezza del suono.
Chi vincerà? Azzardiamo, in ordine, il nostro pronostico: Takashi Sato, Aglaia Graf, Scipione Sangiovanni.
Alle prove dei finalisti classici sono seguite quelle dei romantici conclusasi a tarda sera con la proclamazione dei vincitori.
Nota di merito all'Orchestra Filarmonica di Stato Mihail Jora di Bacau, diretta amorevolmente dal rumeno Ovidiu Balan. Senza questa compagine lo stesso concorso incontrerebbe notevoli difficoltà organizzative. Basti pensare infatti che nei due giorni di semifinali ha accompagnato ben trentatre concorrenti suonando quattordici concerti diversi. Quante orchestre italiane sarebbero disponibili a un tour de force così massacrante?

Alberto Cima

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