Tea For 3, dopo Diawara
Rava, Cohen e... Uri Cane

Concerto da non perdere sabato 16 a villa Olmo per la rassegna Como città della musica

COMO - Musica africana con l'incontenibile Fatouma Diawara, regina di una serata indimenticabile al Teatro Sociale, musica afro-americana moderna con l'ensemble Tea For 3, di scena sabato 16 alle 21.30 a Villa Olmo nell'ambito del festival Como città della musica. È un progetto del trombettista Dave Douglas, solista di fama internazionale, da tanti anni collaboratore del progetto Masada di John Zorn, che ha chiamato a raccolta altri due virtuosi del suo strumento, Avishai Cohen e Enrico Rava, con una sezione ritmica d'eccezione che impegna nientemeno che Uri Caine al pianoforte con Linda Oh al basso e Clarence Penn alle percussioni (biglietti a 30 euro). Ne parliamo proprio con Rava, jazzista di fama internazionale nonché anima italiana del sestetto.
Una formazione particolarissima, questa...
Realmente, fortunatamente io, Douglas e Cohen, che è bravissimo e per me è stata un'autentica sorpresa, abbiamo stili molto diversi, così riusciamo, spero, a differenziarci in quella che non è una sfida, bensì una collaborazione e, ci tengo a sottolinearlo, un progetto nato da Douglas: suoniamo sue composizioni, è lui il «leader» della band e io sono un «sideman» di lusso.
Dopo tanti anni da leader.
In occasioni così si suona davvero più rilassati, e poi collaborazioni come questa accrescono il bagaglio musicale individuale: si tratta di suonare con musicisti eccezionali, Caine non ha bisogno di presentazioni, ma anche la bassista e il percussionista sono dei fuoriclasse.
A proposito di collaborazioni, recentemente è uscito «Incontri con musicisti straordinari. La storia del mio jazz»...
Sì, più che un'autobiografia è una raccolta di storie, di aneddoti che partono dalla Seconda Guerra Mondiale, visto che ormai ho un'età da poter dire «io c'ero»... fino ai giorni nostri, parlo di tante cose che non hanno nemmeno a che fare con la musica, il periodo del boom economico, le 600 Fiat, ma poi anche il Vietnam, il Sessantotto, anche se io ho sempre pensato che la musica sia una cosa e la politica un'altra: semmai la musica risente del clima del periodo.
E il prossimo progetto?
Io ho ammirato sinceramente Michael Jackson, penso fosse un talento eccezionale e, so di andare controcorrente, penso che i suoi dischi migliori siano quelli da «History» in poi, incredibilmente innovativi. Sarà, quindi, un concerto dedicato a lui, a fine novembre a Roma, che penso avrà anche un seguito discografico.
Alessio Brunialti

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