COPIA DI Curare il corpo
con scienza e fede

Dal 12 novembre è in libreria una singolare storia della medicina che prende in considerazione anche il ruolo della Chiesa nella diffusione di luoghi di accoglienza per i malati e della spiritualità nell'evoluzione delle rapporto con il paziente. Ne è autore Paolo Gulisano, medico e scrittore, tra i maggiori esperti europei di Tolkien. Per i lettori de La Provincia firma una sintesi originale della sua ricerca.

di Paolo Gulisano

La medicina è una delle scienze più antiche, che nasce insieme all'uomo stesso: a fronte della malattia, infatti, di sintomi morbosi, o di una ferita, fin dall'alba dei tempi ci sono stati uomini che si sono prodigati per combattere le condizioni che minacciano lo stato di salute.
Si può parlare, per quanto riguarda le origini, di una medicina istintiva, ovvero una serie di accorgimenti quali ad esempio il tamponamento di una ferita, l'assunzione di una posizione antalgica di un arto dopo un trauma, l'eliminazione dei parassiti dal corpo, il disbrigo delle occorrenze del parto.
La medicina vera e propria nasce invece quando l'uomo elabora una capacità di venire in aiuto, di porre rimedio ad uno stato patologico. L'etimologia stessa dei termini medico e medicina deriva dal verbo latino "medeor", «curare, apportare cure». La forma frequentativa di questo verbo risulta poi meditari, ossia pensare, riflettere, meditare. La medicina è quindi "darsi pensiero"sul problema di chi soffre, riflessione e azione.
Si può dunque affermare che l'origine di questa scienza coincida con l'origine stessa dell'uomo e che sia strettamente legata alla riflessione sul mistero dell'esistenza. L'uomo primitivo, davanti alla potenza e all'imponenza dei fenomeni naturali che trascendono ogni possibilità umana, ebbe la sensazione della presenza di uno o più esseri superiori responsabili di qualsiasi manifestazione della natura, anche di quelle relative alle patologie da cui veniva colpito. In un secondo tempo si sviluppò una concezione magica della medicina, in base alla quale l'uomo, allontanandosi da un rapporto pieno di fiducia nella Divinità, riteneva di poter intervenire sui fenomeni e addirittura di poterli comandare, sostituendosi così a Dio.
Le origini religiose della medicina non vanno confuse con quelle magiche: nella storia la figura dello stregone o del mago è opposta ed in contrasto con quella del sacerdote. Ciò significa che nel concetto di medicina magica è inclusa una ben definita connotazione di empietà: chi si occupa di fatture e sortilegi avvalendosi delle forze occulte viene temuto come un essere malefico e diabolico.
La storia della Medicina, dunque, non è soltanto la storia di invenzioni, di scoperte, di progressi scientifici. È anche la storia di uomini che hanno dedicato la propria vita a prendersi cura di chi soffre. Medici, ma anche infermieri, o altre figure che fin dall'antichità praticarono in modo eroico, fino alla santità, l'arte del guarire. La professione medica, il lavoro di prendersi cura del prossimo, può essere un modo di realizzare maggiormente il nostro essere a immagine di Dio, poiché Dio si prende cura dell'uomo, come dice il Salmo 8: «Che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi?» ribadito nel Salmo 143: «Signore, che cos'è l'uomo perché te ne curi? un figlio d'uomo perché te ne dia pensiero?». È opinione ancora purtroppo diffusa che il Cristianesimo sia stato un ostacolo al progresso delle scienze, compresa quella medica. Il grande spazio mediatico dato a poche personalità che arrivano a sostenere che una dichiarazione di ateismo sarebbe un requisito necessario per fare buona ricerca funge da amplificatore, ed il gioco è fatto: agli occhi dell'opinione pubblica gli scienziati sono atei e chi vuole davvero accostarsi alla ricerca scientifica deve rinunciare a qualsiasi credenza religiosa, perchè irrazionale.
Il grande dibattito che oppone oggi due antropologie differenti non è quello tra scienza e fede, tra cui non esiste alcun contrasto, semmai divergenza di interessi, di mezzi e di fini, quanto quello tra scientismo e scienza. Scienza sì, scientismo no: questa è la posizione filosofica di chi crede, ma anche di chi è semplicemente aperto al dubbio e alla complessità della realtà. Di chi non vuole per forza sostituire le certezze religiose, rivelate, cui non aderisce, con presunte certezze di rimpiazzo, con surrogati improbabili e infondati, ma da presentare come rocciose sicurezze. La scienza, in realtà, nasce dal matrimonio tra il pensiero greco, tra la sua concezione di ragione, e l'idea biblica di Dio come Logos, ovvero Significato.

(Leggi l'intero articolo su La Provinci di Como in edicola il 12 novembre)

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