Leonardo, genio tessile
E anche un po' stilista

E' una dimensione ancora poco nota del genio dell'artista toscano, quella che affiora dai nuovi fogli del Codice Atlantico esposti a Milano, tra la Pinacoteca Ambrosiana e il complesso di Santa Maria delle Grazie.

<+G_CULTURAFIRMA>Giulio Masperi
<+G_SQUARE><+G_TONDO>Se vivesse oggi, il genio di Leonardo non sfuggirebbe all'industria tessile. Gli ultimi studi, infatti, lo testimoniano impegnato nel disegno di tessuti e nella progettazione di macchine tessili sempre più automatizzate e innovative. Al servizio della signoria sforzesca nel tardo Quattrocento, dove la manifattura della seta era in fermento. La decima tappa dell'esposizione complessiva del "Codex Atlanticus" - in totale 1119 fogli per oltre 1300 disegni originali - inaugurata ieri a Milano indaga una nuova, l'ennesima faccia della genialità leonardesca.
Divise tra la Pinacoteca Ambrosiana e la Sacrestia del Bramante, nel complesso di Santa Maria delle Grazie, le tavole di questa mostra partono dalla botanica e dagli intrecci geometrici arrivando alle decorazioni. E quindi al loro risvolto pratico, la tessitura. Un Leonardo stilista ante litteram?  Non è da escludere, come spiega la curatrice Maria Teresa Fiorio: «A partire dal disegno f. 894 recto del "Codice", che rappresenta le decorazioni per tessuti create da Leonardo, si apre una vera e propria serie di illustrazioni, spiegazioni tecniche, analisi sul mondo del tessuto».
L'idea scatenante, accostare intrecci geometrici alla decorazione degli abiti, è sorta alla professoressa Fiorio, curatrice anche della Pinacoteca Ambrosiana, osservando la Sala delle Asse del Castello Sforzesco. Affrescata da Leonardo nel periodo meneghino come omaggio a Ludovico il Moro, la sala è un tripudio di piante e intrecci, di botanica e di decorazione. Due temi molto cari all'artista toscano. E studiando le carte del "Codice Atlantico" si è scoperto come il legame tra di loro si sprigionasse nel mondo della tessitura. Certo siamo abituati a stupirci dinanzi al prisma vinciano. Ma questa mostra, "Botanica, intrecci e decorazioni  di Leonardo" (fino al 13 marzo, info: www.ambrosiana.eu.), sonda in termini scientifici un terreno nuovo. Attestando come la creatività dell'artista dai disegni sulla struttura di fiori e piante con fini medicamentosi, con attenzione alle geometrie naturali, passò ai bozzetti per preziosi damaschi e abiti.
«Questa sezione tessile, raccolta all'Ambrosiana, è arricchita da una parte di studi meccanici - continua Fiorio - con i due disegni sulle macchine per la cimatura del tessuto, in modo particolare quella innovativa a sei lame utile per velocizzare i tempi, cimando sei panni insieme: i tessuti scorrono su rulli mentre forbici per la cimatura sincronizzate li rifiniscono, abbattendo i tempi; inoltre, stupiscono gli studi di Leonardo testimoniati dal disegno di una macchina per affilare gli aghi dei telai». Se il nuovo orizzonte di studio si annuncia florido e intrigante, le ipotesi di un Leonardo artigiano e ingegnere della nascente industria tessile rimangono da verificare. Ma qualche certezza è salda. «Come si può osservare, abbiamo selezionato il disegno inserito nel foglio f 760 recto nel quale gli intrecci hanno l'aria della passamaneria - chiarisce la curatrice - mentre un altro foglio qui esposto, l'f 237 recto, non può essere frainteso: Leonardo, insieme ad altri schizzi con tanto di didascalie, scrive: "per le maniche". È evidente che si riferisse alla confezione degli abiti». Esistono altre prove di questa attenzione al tessuto inteso come oggetto d'arte? Basta osservare alcune tra le opere più famose.
«Leonardo suggerisce disegni decorativi da usare negli abiti, ma non si ferma qui - prosegue Fiorio - I suoi studi per macchine come la punzonatrice che serviva per creare i "bisantini", piccoli cerchietti d'oro per ornare gli abiti, e quelli sulle macchine per garzare e cimare i tessuti, sono competenze che si ritrovano: nei ricami della veste nella "Dama con l'ermellino" e nella "Belle Ferronière", nello scollo della "Gioconda" e nelle bordure della veste del "Salvator Mundi"». (In foto: macchina tessile e "La bella Ferronière", che svela il gusto couture di Leonardo)

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