Cd, Alogna sa tenere
la musica sulle corde

E' uscito il nuovo album del violinista comasco, talento prodigioso e concertista in ascesa: coproduzione franco-spagnola, propone un dialogo serrato con la chitarra classica. Per avere un'idea, guardate un concerto di Davide Alogna accompagnato da un chitarrista.

di Alberto Cima

È uscito in questi giorni, per conto della label "Phoenix Classics", il terzo cd del violinista comasco Davide Alogna, che propone vari brani in prima esecuzione assoluta in un repertorio poco eseguito per violino e chitarra. Lo affiancano i validi chitarristi Marco e Stefano Bonfanti. Il disco racchiude un florilegio di autori appartenenti a epoche e stili diversi che rendono ancora più interessante il repertorio contenuto: da Paganini ("Sonata concertata", "Cantabile", "Moto perpetuo") a Sarasate ("Romanza andaluza"), da de Falla ("Danse Espagnole", "4 Canciones Populares Espagnolas") a Piazzolla ("Bordel 1900", "Café 1930")  per completarlo con la "Csárdás" di Monti.
Davide Alogna possiede un suono rotondo e vellutato, di fascino seducente, e fraseggia con una flessibilità perfettamente aderente allo spirito di queste composizioni, che testimoniano le non comuni risorse virtuosistiche ed espressive di questo magnifico violinista. Imprime, con il suo archetto, un'interpretazione viva e partecipe che trasporta emotivamente. Non solo ammirevoli accompagnatori, ma a tratti validi comprimari i chitarristi Marco e Stefano Bonfanti.

Davide, come è nato questo cd, che segna un'importante tappa della sua già prestigiosa carriera?


È stato prodotto da Parigi e dal Ministero della Cultura spagnolo dopo aver vinto un concorso solistico. Ho sempre sognato di incidere un cd con la chitarra; sono innamorato del connubio fra questi due strumenti. Il melange violino-chitarra è molto interessante.

Ha suonato con alcune fra le più prestigiose orchestre nazionali. Qual è stata la sua esperienza in ambito orchestrale?


L'orchestra occupa una buona parte della mia carriera. Affianco infatti le mie tournée da solista ad alcuni periodi più "stabili" in teatro. Per me è un arricchimento, un "fare musica" diverso. Devi avere una percezione più globale della massa orchestrale e di te stesso come "ingranaggio" all'interno dei diversi gruppi di strumenti che interagiscono fra loro. Ogni grande orchestra con cui ho suonato in questi anni ha ovviamente la sua identità e il suo "suono".

Attualmente ricopre il ruolo di spalla dei secondi violini nell'orchestra sinfonica "Verdi" di Milano. Cosa ha significato per te questa "promozione"?


Non è la prima volta che ricopro il ruolo di spalla d'orchestra. Certo la "Verdi" credo sia una delle più importanti compagini a livello europeo e vincere a Milano è stata una grandissima soddisfazione.


(Leggi l'intera intervista sull'edizione cartacea de "La Provincia di Como" del 29 dicembre)

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