Nella Gioconda del Prado
ci sono il Lario e il Resegone

Lo sostiene il professor Ernesto Solari, riconosciuto specialista di Leonardo, già autore dell'ipotesi che la Battaglia di Anghiari fosse al di sotto dell'affresco di Vasari, poi rivelatasi fondata. Secondo lo storico dell'arte l'autore di questa copia sarebbe Bernardino Luini. Scarica il pdf che illustra le indagini di Solari per l'attribuzione dell'opera.

di Ernesto Solari


Proprio ieri al museo del Louvre, a Parigi, è stata inaugurata la mostra dedicata al controverso restauro della tela di Sant'Anna di Leonardo. Si tratta infatti di un restauro alquanto discusso e discutibile per i notevoli rischi affrontati. Un restauro che ha una storia lunga un secolo. Più volte si era infatti deciso di pulire quel dipinto ma ogni volta questa operazione si è interrotta per i notevoli rischi che i solventi utilizzati avrebbero potuto arrecare alle famose e delicatissime velature di Leonardo. Oggi, dopo un convegno effettuato nel 2009 alla presenza del professor Carlo Pedretti, è stato deciso, grazie ad un accordo fra i responsabili del Louvre e della National Gallery di Londra, di procedere.
Il restauro, che è stato sponsorizzato  dallo stilista Italiano Ferragamo, ha vissuto momenti di grande incertezza che hanno portato alle dimissioni dei due responsabili del Louvre; poi il lavoro è ripreso e oggi avremo modo di visionare il risultato augurandoci che la patina del tempo asportata non ci abbia privato anche della principale caratteristica delle opere del Vinciano. Se lo augura anche il professor Pedretti che, come mi ha scritto qualche giorno fa: «Purtroppo non potrò essere presente all'evento della presentazione del restauro della Sant'Anna al Louvre, e spero solo di arrivare in tempo per vedere anche la ripristinata "Gioconda del Prado" che ho saputo verrà esposta appunto al Louvre. Davvero un'occasione unica di confronto ora che anche Sant'Anna è stata restaurata! Finora non ho visto che qualche immagine in Internet». 
A proposito della "Gioconda del Prado", premetto che non ho ancora avuto il piacere di vederla dopo il restauro (né di aver visionato gli apparati tecnici e gli esami del colore) se non in alcune foto ma, sulla base di queste, ritengo di poter fare alcune considerazioni. La messa in luce del paesaggio simile a quello della Gioconda ma ancor più preciso e dilatato rispetto all'originale ci porta a vedere, nello sdoppiamento della linea d'acqua sul lato sinistro, in perfetta linea col lato destro, un'ulteriore prova che si possa trattare del lago di Como e dei suoi due rami: in primo piano il ramo lecchese col Resegone e in secondo piano, sulla sinistra, il ramo comasco.
Per quanto riguarda la paternità della "Gioconda del Prado", a mio avviso si può rintracciare nella Scuola Milanese e, secondo quanto affermava già nel 1700 Padre Luigi Lanzi, in particolare nella mano del Luini,  considerato da Lanzi allievo diretto del Vinci e suo più celebre imitatore; il Luini  avrebbe potuto eseguirlo prima di Melzi e Salaino, quando Leonardo era appena tornato, nel 1506, a Milano da Firenze.  Infatti si ha notizia dell'attività del Luini già dal 1507 e considerando che Leonardo rimase a Milano fino alla fine del 1515 (secondo la recente lettera trovata dal Pedretti), vi sono molte probabilità che l'incontro fra i due sia realmente avvenuto prima della  partenza di Leonardo per la Francia e che questa copia della Gioconda sia proprio una delle  prime effettuate dal giovane allievo. Sono molti i particolari che lo possono rivelare: i drappeggi, le loro trasparenze, le espressioni, i riccioli dei capelli, la posa delle mani, gli incarnati, etc. I drappeggi confrontati con alcune Madonne del Luini presentano le stesse caratteristiche e la medesima morbidezza nel rapporto fra pieni e vuoti, fra chiari e scuri; così come la ricerca della trasparenza nella sovrapposizione dei veli della spalla la possiamo ritrovare nella "Salomè" di Boston o nella "Holy Family" del Museo del Prado. Particolarmente interessante è il confronto fisionomico con la Santa Caterina del Museo di Budapest dove è presente un lieve strabismo della Santa che richiama quello  della copia del Prado.
Naturalmente le opere del Luini citate per questo confronto sono più tarde, più mature; in esse si può apprezzare  l'insegnamento del maestro che si rivela  attraverso la morbidezza che è propria di Leonardo e che Luini apprese come nessun altro fra gli allievi. Il fatto che nella "Gioconda del Prado" siano presenti  tali caratteristiche plastiche, anche se appena accennate, è la dimostrazione che la copia venne effettuata poco tempo dopo la frequentazione da parte di Bernardino dello studio milanese di Leonardo.

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Eco di Bergamo LO STUDIO DI SOLARI