Cultura e Spettacoli
Martedì 29 Maggio 2012
Non entrate in quella casa
Ci sono sorprese da brivido
Il genere horror si affaccia in coda alla stagione primaverile, al cinema. Guarda il trailer di un titolo che sembra piacere al pubblico italiano.
A suo modo, anche quella casa è infestata. E non potrebbe non esserlo, isolata nel bosco dove è meta di un manipolo di studenti in vacanza che vi si avventura tanto più inconsapevolmente quanto meno impreparato agli eventi dovrebbe essere il pubblico del genere horror.
La casa, insomma, appare subito come la scena tanto rituale quanto scontata di un cruento incubo. Se poi c'è una botola che sarebbe prudente non aprire, il gioco è fatto. L'infestazione - una parata di zombie - però è quanto mai tecnologica, perché manovrata da una sorta di cabina di regia dove scatta la trappola costruita nel film con metodica rivisitazione del genere. Situazioni orrorifiche canoniche si succedono, dunque, letteralmente a comando: non c'è convenzione del genere che non trovi applicazione tra sangue e terrore amalgamati da un'ironia a sua volta spietata. Perciò il film di Drew Goddard, esordiente, ma padrone della tecnica, potrebbe considerarsi un (a volte) ilare omaggio alla genia di mostri che trascina nel gorgo apocalittico della carneficina conclusiva. L'orrore di "Quella casa nel bosco" sarà allora il modo con cui è apparecchiato dai suoi burattinai, tecnocrati divertiti dalla messinscena di cui sono artefici, controllori in video di un gioco al massacro ad alto tasso di emoglobina, in diretta competizione con i mostri che suscitano con arte nefanda.
Interpreti inespressivi sono funzionali ad una storia che non si sa decidere tra la paura e l'ironia.
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