Scrittura creativa in "giallo"
I 15 racconti di fine corso

Dal 9 febbraio al 4 maggio 2013 a Como, si è tenuto un corso di scrittura creativa sul tema del "giallo" (promosso dal Festival Parolario), il più amato e letto tra i generi letterari, in Italia. Vi hanno partecipato quattordici persone, sotto la guida di Andrea Di Gregorio, editor, traduttore, insegnante di creative e business writing, comasco. Ecco i racconti di fine corso dei partecipanti e del loro maestro.

di Andrea Di Gregorio

Come sempre faccio nei miei corsi, anche in questo ho proposto ai partecipanti un'impostazione pratica e un obiettivo da raggiungere: che ciascuno riuscisse a comporre, entro la fine delle lezioni, almeno un buon racconto giallo per realizzare una raccolta. L'invito, come speravo, è stato accolto e il risultato l'avete tra le mani.
Il corso è stato ricco di stimoli per tutti, e anche per il docente. Abbiamo incontrato tre giallisti - Petros Markaris, lo scrtittore greco padre del commissario Charitos, oggi sicuramente uno degli autori più celebri in Europa, Andrea Fazioli e Rosa Teruzzi, autori giovani ma già affermati - e tutti e tre si sono prestati, in esclusiva, a rispondere alle nostre domande. Abbiamo letto e scritto, abbiamo parlato, ci siamo interrogati, confrontati, abbiamo corretto, riletto, ricorretto e riscritto, ricorretto ancora una volta e qualche volta buttato via tutto prima di riscrivere tutto da capo. Abbiamo, insomma, fatto quello che ogni scrittore deve fare: interrogarsi incessantemente, portare avanti il lavoro, confrontarsi onestamente con se stesso e con i suoi lettori e poi, naturalmente, divertirsi.
Al di là dei risultati letterari - che ogni lettore potrà giudicare da sé - posso senz'altro dire che il corso ha provocato effetti positivi, che cercherò qui, brevemente, di riassumere.
Confrontandosi con una scrittura che doveva essere rigorosa e poneva "paletti" ben precisi, gli autori hanno ricevuto uno stimolo nuovo e sicuramente, per qualcuno, decisamente inaspettato. Alcuni sono riusciti a superare un "blocco" che li aveva tenuti fermi per molto tempo; altri hanno accresciuto straordinariamente la loro produttività, arrivando a realizzare non uno, ma più racconti. Altri ancora hanno potuto constatare nei loro stessi scritti un miglioramento qualitativo.
Un altro dato importante che è emerso dal corso è l'aumento della consapevolezza di ciascuno nei confronti innanzi tutto della lingua, quindi del meccanismo creativo della letteratura e, da ultimo ma non per ultimo, nei confronti di sé stessi. L'uso che facciamo della lingua è spesso troppo istintivo. Il corso ha incitato tutti a riflettere più a fondo su tutta una serie di questioni anche minime (dall'ortografia, al significato proprio dei termini, dalle regole di impaginazione all'uso delle virgolette, dall'etimologia alla sintassi), cosa che ha sicuramente migliorato la padronanza del linguaggio, anche in persone che già scrivevano con proprietà, innalzandola da un livello amatoriale a uno molto più vicino al professionismo.
Anche la riflessione che abbiamo intrapreso sulla letteratura, vista dal punto di vista produttivo è stata, credo, illuminante. Una riflessione che ha stimolato, in molti, una nuova modalità di lettura - anche in questo caso, meno immediata, ma più riflessiva, più attenta a comprendere i meccanismi, gli artifici, gli obiettivi espressivi dell'autore. Una lettura, in altre parole, da scrittori.
Infine, l'elemento per me più interessante è che proprio attraverso uno studio sul giallo, un tipo di letteratura di genere - teoricamente molto formalizzata e, di fatto, affrontata in questo corso attraverso uno studio sulle strutture, sugli schemi - sono emersi tratti straordinariamente personali che hanno dato a ognuno di questi racconti un carattere di autoanalisi, quasi di riflessione intima. Non troverete, ovviamente, nulla di autobiografico o di "cronachistico" in questi racconti che sono, in massima parte, frutto di fantasia. Eppure, allo stesso tempo, ognuno degli scrittori, e spero anche molti tra i lettori, vi troverà una parte non secondaria di sé. Era anche questo, per me, un aspetto che avevo in qualche modo previsto, ma vederlo puntualmente realizzarsi mi ha confermato nella mia idea di fondo: il giallo e la letteratura di genere impongono degli schemi che non sono affatto limitativi ma, anzi, esercitano una funzione liberatoria e massimamente creativa.
Bene. Se questo fosse stato l'unico risultato del corso, sarebbe già un ottimo risultato. Ma non basta, perché abbiamo anche mangiato ottime torte (grazie Laura!), cioccolatini squisiti (grazie Chiara!), bevuto qualche caffè di sfroso (grazie Comocuore!), e siamo anche andati a mangiare un giorno in un ottimo ristorante della città murata grazie ai buoni uffici di Enzo, che ci ha fatto avere un prezzo di favore. Insomma, ci siamo voluti bene, ci hanno voluto bene e siamo stati proprio bene!
A questo punto voglio ringraziare sentitamente - ma lo faccio ovviamente anche a nome dei miei quattordici amici - l'Associazione Culturale Parolario, in particolare Paola Carlotti e Glauco Peverelli per averci offerto quest'opportunità; il quotidiano "La Provincia" per l'aiuto che ci hanno dato nel promuovere l'evento (grazie, Vera Fisogni!) e, ora, per essersi reso disponibile a pubblicare i lavori che ne sono scaturiti; l'associazione Comocuore, che ha messo a disposizione gli spazi e ci ha "sopportati" per nove sabati mattina (grazie, Silvana Drago!).

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