Cultura e Spettacoli
Mercoledì 11 Febbraio 2009
Insinna al Sociale "Senza swing":
"Applauditemi perché il palco mi fa paura"
L'attore si racconta a poche ore dallo spettacolo che reciterà a Como con una band di nove musicisti
di Flavio Insinna
Il teatro è il mio grande amore e finalmente sono riuscito a tornare sulle assi del palcoscenico, per confrontarmi, ogni sera, in modo diretto e senza i filtri della televisione, con il pubblico. Ho coronato il sogno che mi spinse ai provini per entrare nella scuola di Gigi Proietti, il mio grandissimo maestro, quello che mi ha insegnato come il mestiere del teatro sia sacrificio, studio, impegno costante senza che nulla venga lasciato al caso.
Ora porto Senza swing qui nel vostro teatro Sociale e spero che si ripeta, anche a Como, quel miracolo che già ho visto accadere in altre città del Nord dove siamo arrivati con la tournée. Ogni volta, io, romano, con la mia inconfondibile parlata, per di più diventato famoso tramite la televisione, salgo sulla scena e temo che il pubblico sia prevenuto, ostile. Mi meneranno? Se ne andranno? La paura è reale. Poi, invece, mi ritrovo circondato dall’affetto, dagli applausi, dalle persone che vengono a salutarmi in camerino e dicono “Non credevamo… Ma allora quella voce che sentiamo in tv, è proprio la sua??”. Insomma, una vera soddisfazione, anche se lavorare in teatro dopo aver raggiunto la popolarità, è una responsabilità in più. Ogni sera è un brivido di paura, mentre attraverso la zona di buio che precede le luci della ribalta. Poi due ore con il fiato sospeso e poi l’applausi che libera le emozioni. Del resto, con Senza swing io e la mia band sul palco (un gruppo di nove elementi che suona dal vivo e costituisce l’alter ego di Insinna sulla scena e nella narrazione ndr) raccontiamo, del resto, una storia di emozioni e di passione. Protagonista è una banda militare un po’ strampalata, che attraversa vari momenti e varie piccole e grandi storie, per divertire e far commuovere. Un mix di sentimenti che credo sia congeniale alle mie capacità interpretative. Di mio ci metto l’ironia e la voglia di divertire. Poi Solari, il regista oltre che coautore, dice che in me si scorge una vena malinconica. Starà poi al pubblico giudicarlo.
Sul palco, io e i musicisti siamo una cosa sola e ciò può nascere soltanto dal profondo sodalizio che ci lega nella vita. Siamo amici prima che colleghi e questo è, almeno per me, una vera e propria garanzia, una marcia in più che sta alla base di tutte le mie scelte personali e professionali. C’è gente che, per restare nello spettacolo, ha lasciato un posto di lavoro stabile e di questi tempi, la trovo una prova di lealtà e di amore per l’arte davvero formidabile. Io, in confronto, rischio di meno. E poi mi piace cambiare tutto all’improvviso, prima che si possa dire di me “E’ arrivato”. L’ho fatto anche quando ho lasciato “Affari tuoi”. Avevo capito che si stava avvicinando il momento in cui non avrei avuto più battute da sfoderare, in cui, non più soddisfatto di me, avrei deluso anche la Rai e il pubblico. E allora ho detto addio a quell’esperienza meravigliosa e umanamente forte, per tornare alle scene, senza correre il rischio di restare, per così dire, “senza swing”, senza il ritmo che deve animare la mia vita.
(Testo raccolto da Sara Cerrato)
Senza swing
Como, teatro Sociale, 12 febbraio, ore 21. Biglietti da 27 a 13 euro + prevendita. Info: 031/270170.
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