Cultura e Spettacoli
Sabato 21 Marzo 2009
Mariano Baldassarri, il fine intellettuale
sotto la scorza del preside d'acciaio
Lunedì 23 marzo in biblioteca la presentazione del libro di Mario Santoro sugli scritti di filosofia e teologia della storica guida del <Volta>
Lunedì 23 marzo alle 17 in biblioteca comunale a Como, Dario Zucchello, docente del Liceo classico <Volta> di Como e don Agostino Clerici, direttore de <Il settimanale> della diocesi di Como, presenteranno il libro <Ragione e fede. Sugli iscritti inediti di filosofia e di teologia di Mariano Baldassarri> di Mario Santoro. Modererà l'incontro Vincenzo Guarracino, introduce Chiara Milani, direttrice della biblioteca. L'incontro, a ingresso libero, è organizzato dall'Associazione Ex Alunni Liceo classico <A. Volta>. Sulla figura di Mariano Baldassarri, docente, intellettuale e storico preside del liceo <Volta>, pubblichiamo un ritratto a firma di Vincenzo Guarracino.
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Si favoleggia che avesse dotato i suoi insegnanti di matita rossa e blu per la correzione dei compiti. Si dice che avesse minacciato, ad un insegnante ritardatario di due minuti (niente meno!), un pesante addebito, quasi fosse un imperdonabile "furto". Gli si imputava di "far battaglie di retroguardia", sul piano intellettuale (ove era accusato di essere un "metafisico", di intestardirsi da manzoniano donferrante sui "principi"), come sul piano professionale (ove gli veniva rimproverata l’ostinazione nel predicare il superamento stesso del liceo "classico" a favore di un "liceo umanistico", "a impostazione europeista", precisava).
Insomma, un uomo molto controverso, uno che non lasciava indifferenti. Per lui, i si dice si sprecavano e questi sono soltanto alcuni dei pettegolezzi, molto spesso gratuiti, circolanti sul suo conto, comunque tali da congiurare a dipingerlo come una sorta di draconiano custode di un impossibile "ridotto" formativo, pronto a sfidare reprobi, ostinati e detrattori a colpi di richiami, ammonizioni e rettifiche: Bald-man, davvero, come con icastica improntitudine era vulgato da studenti e docenti, in vena di contaminare il suo nome con quello di un muscolatissimo eroe di celluloide molto in voga, almeno a cavallo degli anni Novanta.
È, come si sarà capito, di Mariano Baldassari che parliamo. Preside non dimenticato del Liceo "Volta" di Como, Baldassarri era noto per essere un uomo capace di sfoderare senza troppi complimenti i suoi metaforici muscoli, ergendosi a campione di un’istituzione, quella scolastica, minacciata da ondate di superficialità e di montante incultura, favorite dal complice consenso di troppo generose e spesso cervellotiche disposizioni ministeriali.
A farne fede, se non altro, c’è la sua schedina professionale di tutto rispetto, quale pochi altri possono vantare.
Laureato in filosofia ("allievo della Vanni Rovighi, neotomista", ci teneva a sottolineare) ma docente di latino e greco ("per esigenze di vita, ma attento anche nell’insegnamento dei classici più ai valori concettuali, che all’aspetto puramente filologico", precisava), era approdato negli anni Ottanta alla presidenza, gestendola e conservandola con non comune competenza e autorevolezza, solerte e attento a tutto, alle questioni della didattica come alle questioni amministrative, ai rapporti con le autorità (ancora si parla di una lunga controversia con una Amministrazione "storica" comasca), come alla più grigia routine scolastica (permessi, assenze, supplenze, ritardi...), su tutto vigilando e nulla delegando, tale da smentire l’antico detto che "de minimis non curat praetor".
Ma quel che più contava in Baldassarri, più ancora del docente e del preside, era ciò che spesso in troppi che pur vivono nella scuola risulta trascurato, e cioè l’aspetto dello studioso.
Basta un rapido sguardo a un elenco, anche parziale, delle sue pubblicazioni per rendersene conto: ci sono traduzioni da Plutarco (Contro gli Stoici, 1976), da Crisippo (1985), da Diogene Laerzio (dalle Vite dei filosofi, 1986), da Sesto Empirico (dai Lineamenti pirroniani e da Contro i matematici, 1986), da Alessandro di Afrodisia (1986), da Plotino (1987), da Cicerone (1985), da Galeno (dalla Introduzione alla dialettica, 1986), da Agostino (I principi della dialettica, 1985), da Apuleio (L’interpretazione, 1986), oltre a studi teologici ancora in larga parte inediti, a ricerche sulla storia del Liceo "A.Volta" e a un numero imprecisabile di articoli e recensioni su riviste specializzate, in correlazione con la partecipazione a prestigiosi convegni (a Ferrara, nell’’87, a Palermo e Oxford nell’’89).
A volerne azzardare un profilo intellettuale, sulla scorta di un simile elenco, appare evidente già soltanto dagli ambiti tematici (e cioè lo stoicismo, nella sua triplice scansione di logica, etica e metafisica), il segno di una personalità protesa a dar corpo, nell’esperienza dei suoi studi non meno che nell’assolvimento delle sue mansioni professionali, a un modello di vita-cultura rigorosamente motivato.
Su che cosa si fondasse non era facile definirlo, stante anche una certa riservatezza al limite della burbera scontrosità (valendo per lui come per pochi altri forse il leopardiano "in un perenne ragionar sepolto"), un non piccolo ostacolo alla conoscenza del personaggio.
In realtà, si trattava di una patina poco più che superficiale, perché a conoscerlo appena oltre la soglia del suo naturale riserbo si scoprivano attitudini e interessi nient’affatto elitari, come ad esempio l’amore per la natura e finanche una certa pratica "georgica" ("ho da poco piantati i peperoni", mi aveva una volta confidato non senza orgoglio).
E già che sono in tema di ricordi personali, per concludere, non posso passare sotto silenzio il nostro primo contatto professionale. Ero un giovanissimo incaricato di materie letterarie al ginnasio, poco più di 22 anni e fresco di laurea e di inesperienza. Lo avvicino per un consiglio su una questione grammaticale, una qualche delucidazione in merito alla radice di un verbo greco. "Ora non so risponderle, domani glielo dico", fu la sua risposta. Ho ben viva ancora l’impressione di una siffatta umiltà. Era anche questo, Baldassarri.
Vincenzo Guarracino
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