Cultura e Spettacoli
Domenica 06 Settembre 2009
Roberto Vecchioni a ParoLario
"Voglio spiegare l'amore e la fede"
Il cantautore e autore del libro "Scacco a Dio" dialoga con don Agostino Clerici in piazza Cavour
Il cantautore, ex insegnante e scrittore Roberto Vecchioni, parla della sua esperienza in Africa con grande serenità.
Pensavo di starci un paio di giorni da turista, invece subito mi ha preso tantissimo la popolazione interna e i ragazzi keniani che mi portavano a pescare con loro, e nei villaggi la consuetudine di una vita senza troppe turbolenze, dove si può parlare di religione, arte, pensiero. E c’è sempre qualcuno che ti ascolta e ti risponde.
Com’è l’Africa che ha scoperto?
In Africa è tutto naturale. Gli scogli sono montagne cadute in mezzo al mare, si coprono e si scoprono secondo le maree, le stelle sono una attaccata all’altra, perché il cielo è gremito di stelle, le piante tutte grandi, gli animali, i ragni e le libellule sono dieci volte più grandi di quelli che siamo abituati a vedere in Italia.
Il suo ultimo libro si intitola «Scacco a Dio» (Einaudi). Una manifestazione di religiosità?
Il libro è una cosa seria e vuole lasciare un piccolo segno di cultura in un momento in cui la cultura sembra non esistere più. Nessuno fa più cultura: è nozionismo dicono. Ma non è vero, la cultura non ha niente a che vedere con il nozionismo. Per far rivedere ai giovani quanto sia stato grande l’uomo nella storia, la cultura è indispensabile.
Obiettivo del libro?
Spiegare l’amore, la fede e il libero arbitrio con un po’ di buon senso senza esagerare in ragionamenti. Non volevo fare un testo di teologia filosofica perché non ne ho i mezzi e Dio stesso dice al suo ministro: Perciò Dio si traveste e scende in mezzo agli uomini?
Dio ha avuto sin dall’inizio dell’eternità il desiderio di travestirsi da uomo e ha cominciato con suo Figlio. E poi la ragione è necessaria: se rimanesse sempre Dio Puro Spirito, non riuscirebbe a conversare con il suo primo ministro, quindi deve razionalizzare il suo Infinito Pensiero essere uomo.
Francesco Mannoni
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