Antonello Fassari: «Le sfumature umane
oltre le ideologie»

L’intervista Ultime tre serate al Parenti per la fortunatissima commedia in due atti “Farà giorno”

Dopo un mese di repliche e un grande successo, al Teatro Franco Parenti va in scena per le ultime tre serate (stasera e domani alle 19:15, domenica alle 15:45), “Farà giorno”. Commedia in due atti di Rosa A. Menduni e Roberto De Giorgi, vede la regia di Piero Maccarinelli e in scena Antonello Fassari, Alvia Reale, Alberto Onofrietti.

La vicenda si svolge completamente in un interno, la stanza di Renato (Antonello Fassari) - anziano partigiano e medaglia d’oro al valore della Resistenza - in cui quest’ultimo si ritroverà a condividere spazi e un tratto di vita con Manuel (Alberto Onofrietti), suo vicino di casa nonché teppista di periferia con spiccate simpatie nazifasciste. Uscendo dal garage condominiale, il ragazzo investe con l’auto Renato e “tratta” con l’anziano un periodo di assistenza domiciliare solo per evitare una denuncia. Ai due si unirà poi anche Aurora (Alvia Reale), la figlia di Renato, che tornerà dopo tanti anni: nella stanza si incontreranno e scontreranno le differenti posizioni morali dei tre personaggi, che rivivono attraverso le rimozioni del passato, i sensi di colpa e le emozioni del presente. Renato, Aurora e Manuel con le loro storie, le loro sconfitte, le loro illusioni e la loro voglia di riscatto sembrano diventare figure simboliche di un Paese che cerca di ritrovare il senso di sé, come racconta lo stesso Fassari.

Qual è il valore che questo spettacolo assume, in un momento in cui alcuni temi sono tornati attualissimi?

Protagonisti dello spettacolo sono, di fatto, due “poveracci”, le cui identità non possono nemmeno essere ridotte in maniera semplificata allo scontro tra l’anziano portatore di valori e il giovane fascistello. Nel corso della storia quest’ultimo prenderà una strada migliore e ci sarà anche la riconciliazione tra Renato e sua figlia, ma la bellezza di questo spettacolo è che - e non è così frequente a teatro - il coinvolgimento va al di là del testo e che le persone che lo vedono riflettono sulla realtà, sui valori raccontati, sul dialogo. Fatte le dovute differenze, a suo tempo anche con “I Cesaroni” il pubblico era stato coinvolto al di là del prodotto e oltre il lavoro in sé. In un’epoca in cui gli spettacoli teatrali - anche se confezionati bene - sono spesso autoreferenziali o scimmiottano la Tv, questa mi è sembrata una proposta molto interessante e diversa; è semplice, ma densa di molte cose: in questo mondo sempre più omologato e tecnologico il fatto che tre persone e tre generazioni con propri valori - diversi gli uni dagli altri - dialoghino è un bel messaggio.»

Quali sono stati i riscontri, dopo settimane di repliche?

Lo spettacolo sta avendo un successo incredibile, con riscontri ottimi non solo in termini di numeri. “Farà giorno” ha un testo che - soprattutto nella prima parte - fa anche ridere, mentre alla fine lascia spazio a lacrime e fazzoletti. Un episodio che mi ha colpito molto, qualche sera fa, è stato quello che ha visto una ragazza fare una storia su Instagram in cui raccontava di essere stata a teatro e di stare piangendo dalla commozione, quasi in una sorta di catarsi. Questo aspetto è molto importante perché il teatro è emozione ed è bello, anche per un attore, imbattersi in testi come questo, che risulta contemporaneo e senza filtri.

“Farò giorno” mantiene l’ambientazione nel 2007, ma alcune importanti contraddizioni della società italiana sono le stesse di oggi.

Lo spettacolo è una ripresa di quello andato in scena dieci anni fa con protagonista il grande Gianrico Tedeschi, che peraltro era all’epoca uno degli ultimi testimoni diretti della Resistenza e del fascismo. Consegniamo dunque il testo al repertorio, ma ha un valore che può essere ripreso in futuro: dieci anni fa alcune dinamiche e il dibattito sul fascismo sembravano essere solo un ricordo, oggi sono tornati vivi e attuali e uno spettacolo come questo si inserisce in queste dinamiche, anche se prevale l’umanità rispetto all’ideologia, essendo affrontate svariate sfumature umane e temi quali la malattia e la fragilità.

Biglietti acquistabili su www.teatrofrancoparenti.it o contattando il numero 02 59995206 e l’indirizzo e-mail [email protected]; prezzi a partire dai 15 euro.

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