Chris Jagger in concerto a Cantù
Tanti applausi per il fratello di “sir Mick”

Una serata non solo Rolling Stones All’unatrentacinquecirca

Chris Jagger ha l’aria di un uomo che ha trascorso gli ultimi cinquant’anni della sua vita pronunziando quasi quotidianamente la biblica sentenza “Sono forse il guardiano di mio fratello?”. È arrivato lunedì sera a Cantù senza clamore, per proporre la sua musica a un pubblico numeroso, ma distantissimo dalla folla oceanica a cui è abituato “sir Mick” quando porta negli stadi la sua celebre band.

«Chissà se suonerà qualcosa dei Rolling Stones» è la domanda che serpeggia tra i tavoli del locale canturino All’unaetrentacinquecirca , una richiesta che il più giovane Jagger accontenta solo in parte, con “Stop breaking down”

In un’ora e mezza di musica si ascoltano archetipi come la “St. Louis blues”, tradizionali come “The long black veil” (Mick la cantò con i Chieftains, appunta Chris), omaggi a Bob Dylan (“O be alone with you”, non una scelta banale), a The Band (“The weight”), a J.J. Cale (“Cajun moon”), a Muddy Waters (“I’m not satisfied”), a Ewan MacColl (“Dirty old town”), a Hank Williams (“My bucket’s got a hole in it”) anche se il momento più intenso è dedicato a Gram Parsons.

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