Così Vasco è diventato un mito
Arriva il primo cd restaurato

Mercoledì alle 21.15 su Sky Arte prima puntata di 33 giri italian master. Il 7 dicembre esce “Cosa vuoi che sia una canzone” restaurato e con contenuti extra

Vasco è sullo schermo, è in onda nel suo documentario. «Che anno era? Il 77? Ma io non ero ancora nato, nel 77». Ridono tutti, gli spettatori. Vasco di oggi parla del Vasco di quarant’anni fa, in studio,nella storica Fonoprint di Bologna con i suoi musicisti dell’epoca. E non ha tutti i torti perchè quando stava preparando il cd, non era ancora Vasco che riempie gli stadi, ma solo un giovane cantante di Zocca alle prime armi. Il suo primo cd, “Cosa vuoi che sia una canzone”, uscito il 25 maggio 1978, vendette solo 2mila copie. «Era Il periodo dei cantanti impegnati. Volevo dire non prendiamoci troppo sul serio…si può pensare che una canzone è un capolavoro di perfezione, ma non si può mai pensare che chi l’ha scritta sia perfetto. Se ami una canzone, non devi amare anche chi l’ha scritta, non se lo merita». Altre risate. Nell’album d’esordio c’erano brani poi diventati di culto come “Jenny è pazza” di cui lui, con quell’inconfondibile accento emiliano, dice «Questa era la storia del mio quindicesimo, sedicesimo esaurimento nervoso”. Ridono tutti di nuovo. «Una volta la depressione si chiamava così. Mia zia una volta mi disse perfino che si poteva curare a bastonate». Altre risate. Vasco, 66 anni, fa colpo anche nel documentario che andrà in onda mercoledì sera su Sky Arte, prima puntata del format “33 giri italian master”.

IN ONDA MERCOLEDI

I giornalisti l’hanno visto in anteprima e si sono divertiti. Vasco è in studio con i suoi musicisti.Hanno i capelli bianchi, ma ricostruiscono il lavoro che fecero quando avevano i capelli lunghi per l’album che sarà ripubblicato restaurato, in edizione speciale e contenuti extra, il 7 dicembre. Sony ha lasciato carta bianca per il restauro. Il disco esce così com’era, solo ripulito per far emergere i suoni che la vecchia tecnologia non ridava. «Qui c’erano i flauti? Pensa?». Perfino loro, Vasco e la sua band, sentendo le vecchie tracce, riscoprono suoni nuovi mentre si ricordano benissimo che «lui voleva il basso dappertutto». Vasco non c’era, alla proiezione in Sony, ma i suoi musicisti hanno detto che era da tanto tempo che non lo vedevano felice con gli occhi di un bambino. Vasco era avanti mille pagine. «Lui aveva già questa capacità di portarti lì. Diceva Silvia e tu la vedevi già», ha detto Gaetano Curreri, il musicista che parla nel documentario e che con lui ha inciso il disco. «Lui arriva con la canzone nuda, poi noi dobbiamo vestirla. Ma una canzone quando è bella la senti subito e lui arriva sempre con delle bombe». «Io sono abituato a scrivere arpeggiando con la chitarra - dice Vasco - così mi aiuta. Poi certo la canzone è nuda e va vestita». Con il piano o con altri strumenti e stavolta sono i musicisti che ridono parlando di dettagli tecnici.

DISCO E LIBRO IL 7 DICEMBRE

Vasco ha partecipato anche alla raccolta di documenti che corredano il libro del giornalista Marco Mangiarotti, già autore di una biografia sul cantante più amato dagli italiani. «Lui è un perfezionista. Vuole avere tutto sotto controllo - ha raccontato il grafico che ha curato la copertina con la matita e il libro -. Ci siamo fatti dare le foto delle sua gioventù dal barista di Zocca, io gliele mandavo e lui me le rimandava con i nomi delle didascalie e con il numero di telefono da chiamare per saperli. Mi ha mandato perfino tutti i nomi dei compagni di scuola, tranne uno, ma aveva il numero di farmi chiamare per averlo». Sony Music (Legacy) inaugura la serie di R-play edition 40th, riedizione dei quarantesimi con questo disco che contiene: “La nostra relazione”, “…e poi mi parli di una vita insieme”, “Silvia”, “Tu che dormivi piano (volò via)”, “Jenny è pazza”, “Ambarabaciccicoccò”, “Ed il tempo crea eroi”, “Ciao” sono state rimasterizzate a 24bit/192KHZ, «il massimo della tecnologia».

Rivoluzionario

«Questa è la prima di quattro pubblicazioni - ha detto Stefano Patara, executive director, catalogue & strategic marketing di Sony Music - E’ un’iniziativa che abbiamo abbracciato con passione e di cui ringraziamo Vasco e tutto il suo team per l’incredibile supporto ed entusiastica collaborazione. Il risultato è un magnifico prodotto, ricco di tanti contenuti che siamo certi renderanno felici tutti i fans desiderosi di conoscere e ripercorrere la carriera di un artista immenso ed unico» Il documentario è stato girato negli i studi Fonoprint da Maurizio Biancani, che curò le registrazioni originali del disco e produsse alcuni album successivi (“Bollicine”) Nel documentario ci sono Curreri (produttore degli esordi), Biancani, Mangiarotti, e del bassista dell’epoca Giovanni Oleandri ad arricchire la puntata, che chiuderà – come l’album - con la strumentale “Ciao”, eseguita dal vivo al pianoforte dallo stesso Curreri, a cui si deve il merito di aver “insistito” fino allo sfinimento con l’amico Vasco perché incidesse le canzoni che scriveva.

Come scrive Marco Mangiarotti nel libro: «Vasco scrive sceneggiature cinematografiche che poi porta a teatro...disco registrato come dal vivo, anche oggi è così, con lui che porta i pezzi, le idee, suona tutte le chitarre ritmiche, fa le seconde voci in un clima prog d’autore. Gaetano Curreri aggiusta e armonizza, dirige il traffico di un arrangiamento collettivo...Sguardo sociale sull’amore, le distanze generazionali, i vecchi. E “Ambarabaciccicoccò”, dialogo politico padre figlio di straordinaria attualità. Rivoluzione? No, Riforme».

Anna Savini

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